È quanto emerge dal rapporto «What have we learnt?», diffuso da Unesco, Unicef e Banca mondiale
Scuola: gli alunni dei paesi poveri hanno perso quattro mesi
Redazione Web
30 Ottobre 2020
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di Alberto Baviera* - “Gli scolari dei Paesi a reddito basso e medio-basso hanno già perso quasi quattro mesi di scuola dall’inizio della pandemia, rispetto alle sei settimane registrate nei Paesi ad alto reddito”. È quanto emerge dal rapporto “What have we learnt?”, diffuso da Unesco, Unicef e Banca mondiale che raccoglie i risultati dei sondaggi sulle risposte nazionali legate al Covid-19 per quanto riguarda l’istruzione effettuati in quasi 150 Paesi tra giugno e ottobre.
Secondo i dati forniti, mentre più di due terzi dei Paesi hanno riaperto completamente o parzialmente le loro scuole, 1 su 4 non ha rispettato la data di riapertura prevista o non ha ancora fissato una data per la riapertura, la maggior parte dei quali è composta da Paesi a reddito basso e medio-basso. Inoltre, dei 79 Paesi che hanno risposto alle domande relative a questioni di finanziamento, quasi il 40% dei Paesi a reddito basso e medio-basso ha già avuto o prevede una riduzione del budget per l’istruzione del proprio Paese per l’anno fiscale in corso o per il prossimo anno fiscale.
“Secondo il rapporto - spiega Francesco Samengo, presidente di Unicef Italia - gli studenti dei Paesi a reddito basso e medio-basso sono stati quelli con minori probabilità di accedere all’apprendimento a distanza, quelli con minori probabilità di avere un monitoraggio sulla perdita dell’apprendimento, quelli con maggiori probabilità di subire ritardi nella riapertura delle scuole e quelli con maggiori probabilità di frequentare scuole con risorse inadeguate a garantire la sicurezza delle attività”.
Per Stefania Giannini, vicedirettore generale dell’Unesco per l’istruzione, “la pandemia aumenterà il deficit di fondi per l’istruzione nei paesi a basso e medio reddito. Compiendo le giuste scelte di investimento ora, invece di aspettare, questo divario potrebbe essere significativamente ridotto”.
Abbandono scolastico, violenza minorile, il rapporto con le famiglie, sono solo alcune delle emergenze al centro dell’incontro con il direttore generale dell’Usr, Antonella Iunti.
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