La testimonianza di suor Simona Benedetta Pignatiello sull'incontro in Cattedrale del 25 novembre
Il tempo dei giovani di Reggio Calabria? Al ritmo di felicità e speranza
Il messaggio e la speranza: mettere assieme il buono che c'è in ciascuno per rendere più creativa e vitale la comunità
di suor Simona Benedetta Pignatiello
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Sabato 25 novembre, vigilia della festa di Cristo Re, che Papa Francesco ha voluto riservare alla GMG nelle chiese particolari, i giovani della Diocesi di Reggio Calabria-Bova hanno vissuto una serata a loro dedicata, alla presenza dell’arcivescovo monsignor Fortunato Morrone. Ve l'abbiamo raccontata sulle pagine di Avvenire di Calabria, in edicola domenica scorsa insieme al quotidiano nazionale della Cei Avvenire. Vi riproponiamo qui di seguito il racconto della "serata" diocesana dei giovani di Reggio Calabria fatto da suor Simona Benedetta Pignatiello.
Giovani, gioia e speranza di una Chiesa e un'umanità sempre in cammino...
«Voi giovani, infatti, siete la gioiosa speranza di una Chiesa e di un’umanità sempre in cammino. Vorrei prendervi per mano e percorrere insieme a voi la via della speranza. Vorrei parlare con voi delle nostre gioie e speranze, ma anche delle tristezze e angosce dei nostri cuori e dell’umanità che soffre» (dal messaggio per la 38ª giornata mondiale della gioventù). Con queste parole di papa Francesco… da Lisbona a Reggio Calabria, è un attimo!
Piove abbondantemente, c’è un forte vento e fa freddo. Perché partecipare alla 38ª giornata diocesana della gioventù? E come un fiume, invece, scorrendo nelle tre navate, il nostro duomo si è riempito ed arricchito di presenze, di volti, di storie. Di sguardi profondi e cuori infiammati, di mani piene e sporche di gesti di concreta bellezza, di piedi, magari stanchi e affaticati, ma irrobustiti dalla speranza di chi, sabato 25 novembre, ha partecipato ad un appuntamento al quale non si poteva proprio mancare! Sono quegli appuntamenti che, inaspettatamente, ti cambiano la vita. Te la stravolgono mettendola sotto sopra e dandole un ritmo diverso.
«E tu che ritmo sei? Io che ritmo sono? E noi, insieme tu ed io, in questo lembo di Chiesa, che ritmo di speranza possiamo essere? ». Anche l’arcivescovo monsignor Fortunato ha partecipato coinvolgendosi e interagendo con i giovani attraverso la risposta ad alcune domande rivoltegli.
«Gambe forti per camminare e correre sulla via della felicità; mani piene per donare, sguardo attento per scorgere i semi di speranza! Siete voi la felicità!». Con estrema semplicità e tenera paternità, queste parole che ha donato il presule rimangono scolpite in ciascuno dei cuori presenti, dando ad essi la certezza di essere sulla “Via giusta”. Quella “Via” che ci è venuta incontro, che si è fatta strada e anche oggi si fa mèta, si fa incontro, si fa relazione. A pieni polmoni abbiamo respirato scorci di storie e testimonianze di chi si è lasciato incontrare da questo Gesù che è arrivato e ha dato un ritmo diverso, un ritmo nuovo così da riempire di senso il tempo che viviamo.
I giovani chiamati ad una grande responsabilità: far fruttare la propria vita
«Cari giovani, non abbiate timore di condividere con tutti la speranza e la gioia di Cristo Risorto! La scintilla che si è accesa in voi, custoditela, ma nello stesso tempo donatela: non possiamo tenere la speranza cristiana per noi. Non lasciatevi contagiare dall’indifferenza e dall’individualismo: rimanete aperti, come canali in cui la speranza di Gesù possa scorrere e diffondersi negli ambienti dove vivete» (dal messaggio di papa Francesco per la 38ª giornata mondiale della gioventù).
Ancora le parole del Papa arrivano con tutto il peso di un prezioso tesoro consegnato nelle nostre mani e di cui prenderci teneramente cura. Abbiamo la responsabilità di far fruttare la nostra stessa vita mettendola a servizio di coloro che ancora non hanno conosciuto il Padre, vivendo il nostro tempo pienamente e con tutta la nostra creatività e vivacità.
Non è mancato, per questo, un ricordo speciale a tutte le vittime di femminicidio, delle quali, nello stesso giorno, si celebrava la memoria, per essere «voce di speranza » anche in questa brutale sofferenza. Insomma, forse poco, ma semplice e profondo il tempo vissuto insieme nonostante l’iniziale scoraggiamento dovuto alle non poche incertezze e agli imprevisti che adesso reputiamo necessari, perché superati nella fraterna e gioiosa collaborazione! Sotto lo sguardo dolce di Maria, Madre della Consolazione, continuiamo a camminare «lietinella speranza».(foto Sasha Volkava Morabito - gruppo giovani Zona Pastorale Giovanile di Villa San Giovanni)
Lo yacht di lusso attracca nel porto cittadino con il suo carico di passeggeri internazionali, accolti tra cultura, tradizione e simboli dell’identità reggina.
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