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La responsabile del Servizio Minori del Comune di Reggio Calabria analizza la situazione del Settore Welfare. Dopo tanti anni in apnea, con soli 6 assistenti sociali rispetto ai 36 previsti dalla normativa, a dicembre ne sono stati assunti in otto.
Si dice spesso che per contrastare la mentalità mafiosa non serve un esercito di militari, ma un plotone di insegnanti. Probabilmente la platea va estesa a psicologi, pedagogisti, educatori e assistenti sociali.
Visitando gli uffici del Cedir abbiamo chiesto a Maria Grazia Marcianò, responsabile del Servizio Minori presso il Settore “Politiche sociali” del Comune di Reggio Calabria quale fosse lo stato di salute della Pubblica amministrazione reggina in questo comparto così delicato.
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«Finalmente respiriamo un po’ - ammette Marcianò - fino a dicembre dell’anno scorso c’erano solo 6 assistenti sociali rispetto alle 36 previsti dalla normativa. A fine 2021 sono state assunte 8 nuove risorse e c’è un piano di assunzioni che dovrebbe portare a colmare il gap di fabbisogno in tempi relativamente brevi». Ciò che manca è il lavoro in tandem con l’Asp «dove la struttura è ridotta all’osso e non ci sono concorsi all’orizzonte».
Tra i tanti spunti offerti dal confronto con Marcianò è emersa una possibile "rivoluzione" in vista: «Proprio in questo senso è importante iniziare a incontrarli nei luoghi che frequentano assiduamente, con gli adolescenti post-Covid probabilmente la formula dei Centri diurni non sarà più applicabile».
Certo, per completare il quadro servono anche altre figure oltre agli assistenti sociali. «Quando sono entrata in servizio - conclude Marcianò - c'erano 8 psicologhe che lavoravano per il Comune di Reggio Calabria. Oggi, per via dei pensionamenti, sono rimasta solo io. Serve un approccio multidisciplinare per cui è necessario pensare a figure come psicologi e pedagogisti da inserire nella pianta organica».
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