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Gestione integrata delle acque in Calabria, ad aggiudicarsi il primo round davanti al Tar della Calabria è Arrical. I giudici amministrativi, infatti, hanno rigettato il ricorso presentato da un comune del catanzarese contro il subentro di Sorical nella gestione del segmento del servizio idrico, fino appannaggio dei comuni.
Il Tribunale Amministrativo per la Calabria, scrivono i giudici, «non ravvisa alcuna illegittimità amministrativa contenuta nel decreto 60 del 30/12/2022 a firma del commissario di Arrical, Bruno Gualtieri, avente per oggetto l’approvazione del cronoprogramma del gestore unico del servizio idrico integrato regionale, ai sensi dell’articolo 18-bis della legge regionale 32/2022, stante anche la declaratoria successiva attraverso la quale tutte le attività di subentro, compresa l’emissione e la riscossione della tariffa avviene regolamentata attraverso l’Accordo Operativo tra Sorical e i singoli Comuni».
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In particolare il Tar, in sede di merito, fa presente nell’ordinanza che nel ricorso del Comune di Cortale risulta «carente il periculum in mora, stante che l’art. 6 del cronoprogramma di cui al decreto commissariale n. 9/2023, attualmente operativo in sostituzione delle precedenti previsioni, che prevede: la stipula di accordi operativi tra Sorical e le singole gestioni esistenti, da approvare da parte della Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria (Arrical) finalizzati anche a regolamentare la destinazione degli incassi correnti e l’eventuale adozione di provvedimenti ad hoc da parte della Arrical per il caso di manifesta violazione della normativa sul corretto utilizzo degli incassi da bollettazione del Sistema Idrico Integrato, ovvero di rifiuto di definire gli accordi operativi da parte degli attuali gestori e comunque finalizzati a definire le modalità di ripartizione degli incassi relativi al servizio nonchè per anticipare, ove possibile, il subentro nella gestione operativa da parte del gestore unico d’ambito».
Il Tar ritiene legittima inoltre la previsione di accordi ed, eventualmente, di «provvedimenti ad hoc - in disparte le ripercussioni sull'interesse a ricorrere, da demandare al merito - da cui si evince l’assenza, allo stato, di alcuno specifico pregiudizio per l’Ente ricorrente che abbia i connotati di concretezza ed attualità».
Legittime, inoltre - ancora per il Tar - «le previsioni dell’art. 6 per le quali il Comune dovrà garantire trimestre per trimestre la copertura dei costi per la fornitura di acqua all’ingrosso (lettera c) e, nelle more di stipula degli accordi di cui sopra, dovrà destinare gli incassi correnti alla copertura dei costi indicati nel PEF con particolare riferimento ai costi della fornitura idrica all’ingrosso (lettera e), da cui si evince l’assenza di uno specifico pregiudizio di ordine economico-finanziario per l’ente ricorrente, atteso che le debenze di cui si dibatte rientrano nei costi di cui ai piani su cui calcolare la tariffa che il gestore del Servizio (nello specifico il Comune) è tenuto a riscuotere dall'utenza e, nei limiti di quanto dovuto, corrispondere a Sorical per la suddetta fornitura».
«Il Tar Calabria con questa prima pronuncia sul ricorso del Comune di Cortale contro il decreto 60/2022 conferma la legittimità degli atti del Commissario di Arrical Bruno Gualtieri e il percorso di implementazione del servizio idrico integrato avviato da Sorical». Ad affermarlo è l’amministratore unico di Sorical Cataldo Calabretta.
«Avevamo più volte sostenuto che i ricorsi dei Comuni - puntualizza Calabretta - non hanno ragion d’ essere, sono strumentali e finalizzati a rallentare un percorso che, dopo questa prima pronuncia, sarà ancora più celere, come da cronoprogramma».
In pochi mesi - ancora l'amministratore unico di Sorical - «stiamo recuperando decenni di ritardi, la Calabria ha bisogno di investimenti e per ottenerli e realizzarli, è necessario avere un gestore unico industriale».
PER APPROFONDIRE: Servizio idrico, c’è l’accordo tra il Comune di Reggio Calabria e la Sorical
«Nella nuova Sorical i sindaci saranno co-protagonisti insieme alla Regione. Ribadisco l’appello alla massima collaborazione istituzionale e ricordo agli amministratori locali che la Calabria è rimasta tra le ultime regioni italiane a non rispettare le norme nazionali ed europee del settore idrico», ancora le parole di Calabretta.
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