Avvenire di Calabria

Tre giovani imprenditori hanno puntato su un settore tradizionale: la seta di Calabria sbarca nel mondo dell'Alta moda

L’Alta moda e la seta prodotta in Calabria: la storia di tre giovani imprenditori

La storia rilanciata da Vanity Fair e parla di un successo possibile pur partendo dall'estremo lembo a sud dello Stivale

di Redazione Web

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Tre giovani imprenditori hanno puntato su un settore tradizionale: la seta di Calabria sbarca nel mondo dell'Alta moda italiana. La storia rilanciata da Vanity Fair e parla di un successo possibile pur partendo dall'estremo lembo a sud dello Stivale.

Dalla tradizione rurale all'Alta moda: la seta di Calabria fa il salto di qualità

Percorrendo una nuova via della seta, l'Alta Moda è giunta in Calabria, attirata dall’eco della tradizione recuperata da Miriam Pugliese, Domenico Vivino e Giovanna Bagnato, fondatori di Nido di Seta, cooperativa agricola che, nel piccolo borgo di San Floro, ha ripreso l’arte della gelsibachicoltura.


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«Questa collaborazione avviata con Gucci, che ha scelto il nostro progetto come best pratice per la produzione dei loro primi foulard realizzati con fili di seta provenienti da pratiche agricole biologiche locali, consolida e impreziosisce il nostro percorso costruito con sacrifici, ricerca e impegno costante» dichiara, inorgoglita, Pugliese.

Il progetto a cui fa riferimento rientra nella strategia Nature-Positivedella casa di moda fiorentina che ha deciso di investire nell’agricoltura rigenerativa per aumentare la presenza di materie prime biologiche, riciclate e approvvigionate da fonti responsabili, mirando a proteggere e ripristinare la natura e la biodiversità.


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Un obiettivo condiviso dai tre giovani imprenditori che, nel paesino a rischio spopolamento, dove quotidianamente coltivano gelsi e allevano bachi, sono riusciti a intessere il pregiato filo di seta con le filiere del lusso. 

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