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Un sindaco aggredito in Calabria, i quattro responsabili arrestati e la solidarietà del vescovo Nostro. La vittima è Raffaele Scaturchio, primo cittadino di Dasà, piccolo comune del Vibonese.
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In attesa venga fatta piena luce su quanto accaduto, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro ha voluto manifestare solidarietà e piena vicinanza al sindaco aggredito ieri sera proprio all'interno della casa comunale del suo paese. «Una vicinanza sua personale e della Chiesa diocesana», si legge in una nota a firma del vicario generale della diocesi vibonese, monsignor Filippo Ramondino.
È un gesto «da disapprovare fermamente, che richiede a noi un rinnovato senso di unità nella lotta contro ogni forma di violenza e di generosa dedizione per la crescita di civiltà, che ha sempre nel Vangelo di Cristo e nelle coscienze rettamente illuminate basi solide per un mondo migliore», si legge ancora nella nota.
Infine l'auspicio del vescovo Attilio Nostro e di tutta la Chiesa locale, affinché il sindaco di Dasà si possa riprendere al più presto. A lui, conclude la nota, «assicuriamo la nostra preghiera e il nostro sostegno, nel condiviso impegno di servizio al bene comune, di promozione della legalità, di amore alla nostra terra».
Avrebbe dell’incredibile il movente alla base di quanto accaduto. Secondo la ricostruzione dei carabinieri che hanno svolto le indagini, sarebbe emerso che l’intento degli aggressori fosse quello di punire il sindaco per avere espresso, in alcune dichiarazioni riprese dalla stampa, la propria solidarietà all’Arma dei Carabinieri in occasione di un assalto alla caserma di Arena occorso il 6 settembre 2021. In quella circostanza due individui scavalcarono la recinzione della caserma prendendo dapprima a calci il portone d’ingresso e successivamente aggredendo i militari intervenuti.
Tale manifestazione di vicinanza, peraltro non isolata, sarebbe stata motivo di risentimento tale da sfociare nel grave gesto che offende in primo luogo le Istituzioni e i cittadini che esse rappresentano. Evidentemente la condanna pubblica di quel gesto deve essere stata percepita come un’offesa da vendicare, a maggior ragione se si considera che due dei partecipanti al raid contro il sindaco risultano essere gli stessi protagonisti dell’assalto alla Stazione Carabinieri.
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I presunti responsabili delle esecrabili condotte sono chiamati ora a rispondere, a vario titolo, di danneggiamento e lesioni aggravate, violenza e resistenza a pubblico ufficiale ed evasione, per i tre arrestati sarà a breve inoltre fissata anche l’udienza di convalida.
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