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La narrazione si dipana attraverso le sette fasi di cui si compone la realizzazione di un gioiello
Quasi quattro minuti di standing ovation, l'abbraccio di Gerardo Sacco a Gianmaria Gaetano, le lacrime del maestro orafo e quelle di tanti tra i presenti. È piaciuto davvero molto “Sono nessuno”, opera d'esordio del giovanissimo regista crotonese, proiettata per la prima volta a Crotone al teatro Apollo.
Un docufilm di 30 minuti capace di raccontare il maestro «come finora nessuno aveva fatto» afferma lo stesso Sacco. «Perchè Gianmaria non ha seguito tutti gli altri - spiega – focalizzandosi sui grandi nomi per cui ho realizzato gioielli, sul cinema, sull'amicizia con Franco Zeffirelli. Lui ha scelto di raccontare la mia vita, la mia storia, le mie sofferenze, i miei sacrifici, tirando fuori aspetti che raramente emergono».
«Sono cresciuto col racconto di Gerardo Sacco – aggiunge il regista – perché se sei di questa terra Sacco te lo raccontano per forza. E per la tesi di laurea, con i colleghi dell'Istituto europeo di Design di Milano Marco Mannarino, Stefano della Vedova e Marco Cruz, abbiamo deciso di girare un docufilm, che permettesse di unire al cinema la parte di cronaca, di racconto che invece è propria della tv». «Abbiamo letto più volte la sua biografia - prosegue Gaetano - estrapolando quelli che ci sembravano i passaggi più significativi. Poi abbiamo realizzato l'intervista, all'interno del museo archeologico di Capocolonna per richiamare le origini e le fonti di ispirazione del maestro. Quindi abbiamo girato le parti che compongono la ricostruzione storica della vita del maestro, girate quasi interamente a Crotone impiegando 25 attori calabresi».
Il docufilm, prodotto da Video Calabria, si avvale anche di testimonianze originali che i giovanissimi autori hanno ritrovato dopo un lungo lavoro di ricerca negli archivi dell'emittente televisiva. La narrazione si dipana attraverso le sette fasi di cui si compone la realizzazione di un gioiello, ciascuna delle quali viene legata ad una fase precisa della vita di Gerardo Sacco. L'infanzia difficile, la dolorosa rinuncia agli studi; l'intuito di dovere puntare sulle sue origini e sulla sua terra; la determinazione ed il coraggio di «scommettere su me stesso»; e poi l'amicizia con Franco Zeffirelli, il successo, la bella e straziante storia d'amore con l'amatissima moglie Anna.
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Ed oggi, il futuro. Perchè anche dopo 60 anni di attività Gerardo Sacco continua a conservare la curiosità di un bambino, un'invidiabile apertura mentale che l'ha portato a «vincere un prestigioso premio come azienda capace di coniugare tradizione ed innovazione».
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