
Torna l’Open day all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria
L’Accademia di Belle Arti grazie ad un ampio ed articolato percorso didattico permette agli studenti di
Il bambino che siamo stati può diventare un alleato prezioso, se lo ascoltiamo. Può insegnarci ad essere il genitore che avremmo voluto avere
Le esperienze vissute da bambini nel rapporto con i genitori, nel bene e nel male, ci hanno formato in un determinato modo. Hanno creato in noi l’idea di come un genitore debba educare un figlio. E questo schema (modo caratteristico di essere e fare) riemerge quando tocca a noi educare i nostri figli. Niente di strano: è come un ciclo intergenerazionale che può anche causare sofferenze. Infatti, chi è passato indenne attraverso il rapporto educativo vissuto con i propri genitori? Siamo sinceri, chi non ha mosso o forse ancora muove appunti o critiche ai genitori per il tipo di educazione ricevuta, per come si sono comportati con noi, procurandoci delle ferite che hanno causato afflizione? Può succedere, il più delle volte involontariamente, inconsapevolmente ma succede e lascia segni.
Come ha detto qualcuno: «Le nostre ferite di ieri sono spesso le nostre reazioni di oggi». Le radici profonde dello stile educativo. Ecco qualche esempio sulle ferite di ieri e le reazioni di oggi. Se da piccoli siamo stati ignorati, oggi potremmo temere il rifiuto e diventare genitori compiacenti. Se siamo stati controllati, potremmo replicare un controllo eccessivo o, al contrario, rinunciare alle regole. Se non siamo mai stati ascoltati, potremmo faticare ad ascoltare o, invece, diventare genitori ultra-empatici, fino a confonderci con i nostri figli. Ti riconosci in una di queste situazioni? Ascoltare il passato per capire il presente. Incontro e ascolto genitori che spesso sono smarriti fra passato e presente.
Di recente, una madre, cresciuta in modo rigido e anaffettivo, mi ha raccontato di non riuscire a dire “No” a sua figlia, perché teme di farla soffrire come è successo a lei. Un giovane padre, invece, spesso criticato da piccolo, si sorprende a criticare severamente suo figlio per “spronarlo”. Ma poi, come davanti ad uno specchio, si accorge che lo sguardo ferito del figlio somiglia troppo al proprio quando è stato un bambino criticato. Sono situazioni comuni, spesso inconsapevoli ma potentissime. A proposito di genitori narcisisti. Oggi si fa un gran parlare di genitori narcisisti, etichettandoli. Sono quei genitori che non riescono a vedere il figlio per ciò che è ma solo come proiezione di sé. Sono genitori che inviano ai figli un messaggio implicito: «Devi essere quello che io non ho potuto essere o che non mi hanno fatto essere». In questi casi la domanda da porsi è:: «Voglio educare i miei figli o realizzare i miei sogni incompiuti?»
Emozioni, reazioni e automatismi. Ogni nostro gesto educativo, che sia verbale o agito, è carico di emozioni antiche, vissute quando siamo stati bambini. Possiamo riconoscerle in noi genitori quando perdiamo la pazienza senza un apparente motivo. Quando ci sentiamo feriti da un capriccio di nostro figlio. Oppure quando ci paralizziamo davanti ad un pianto. O quando esageriamo nel proteggere o controllare. Spesso non è il bambino a provocare la nostra reazione. È il nostro “bambino interno” che si è sentito ignorato, sminuito, spaventato e ancora adesso, a distanza di tanti anni, cerca di proteggersi come può.
Rompere il ciclo intergenerazionale è possibile. La buona notizia è che si può cambiare. Non per diventare genitori perfetti, ma per essere più autentici, più consapevoli, più presenti. Cosa si può fare per rompere il ciclo, per innescare il cambiamento? Si possono leggere libri che aiutano a comprendere il bambino interiore, che ognuno di noi ha dentro di sé. Si può partecipare a gruppi di confronto tra genitori. Si possono scrivere lettere al bambino che si è stati.
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Consultare uno psicologo, un pedagogista specializzati in genitorialità. Dalla ferita alla forza. Essere genitori non significa sapere tutto. Significa essere disposti anche a guardarsi dentro, a conoscere e riconoscere le proprie fragilità, per non metterle sulle spalle dei figli. Il bambino che siamo stati può diventare un alleato prezioso, se lo ascoltiamo. Può insegnarci ad essere il genitore che avremmo voluto avere. Per informazioni, sollecitazioni o domande scrivere a info@giannitrudu.it.
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