
Adolescence, un teen drama al confine tra innocenza e crimine
Nell’esistenza dei nostri giovani siamo degli adulti significativi? E quanto sappiamo delle profondità e degli
Mi ha sempre destato curiosità e profonda ammirazione il perché l’evangelista Giovanni, in una delle sue lettere, esattamente la prima al secondo capitolo sente la necessità di scrivere ai giovani. Si rivolge ad essi definendoli forti, capaci di trattenere la Parola di Dio e addirittura vincitori del maligno.
Una intuizione veramente ardita e carica di speranza nel motivare i giovani verso le avversità della vita compresa quella della concupiscenza che è alquanto trasversale ad ogni età, ma anche alla base di ogni tipo di disordine che l’animo umano può generare. A tal riguardo, credo sia opportuno sottolineare con Basilio il Grande che la concupiscenza risiede in quella parte dell’animo umano soggetto all’irraziona-lità: «Sappi che mentre una parte dell’anima è fornita della facoltà di ragionare e di comprendere, l’altra parte, invece, è soggetta alle passioni ed è irrazionale. La proprietà della prima consiste nel dominare; caratteristico della seconda, invece, è di obbedire e di conformarsi alle norme della ragione. Non permettere mai, perciò, che la tua mente sia ridotta in schiavitù e diventi serva delle passioni e dei vizi; e non permettere, altresì, che le passioni insorgano contro la ragione e si accaparrino l’impero dell’anima. La contemplazione diligente di te stesso, alla fine, sarà sufficiente per condurti alla conoscenza di Dio».
E ora mi rivolgo ai giovani, raccomandando loro di sfruttar appieno il salubre tempo del riposo vacanziero, come momento di sano svago, di ricerca vera e profonda sui traguardi raggiunti e da raggiungere, sul discernimento da esercitare in merito ai progetti che Qualcuno ha depositato nel profondo del loro cuore, della loro mente, della loro preziosa esistenza tutta.
Sappiano sempre di più misurarsi con le loro debolezze e fragilità, ricercando in tutto quel che si è e vive: l’equilibrio, l’ascolto, la fede, la preghiera, il sacramento della riconciliazione, senza cedere ai moralismi e false indulgenze. Affido loro un compito, spero interessante ed anche accattivante, nonché eroico, ossia ricercare nei vari testi sacri e delle religioni esistenti: come viene enucleata la figura del giovane, come si parla della gioventù, come viene descritta, dipinta nel suo ruolo e importanza.
Non si tratta di un ulteriore compito, ma come semplice e distensivo diletto, mentre sono comodamente distesi sotto un ombrellone, durante una bella scarpinata o anche nelle loro community, che debbono sempre più profumar della fragranza di pane spezzato e donato e mai di quello avariato o addirittura avvelenato.
«Abbiate Coraggio: ho vinto il mondo!» Questo è l’augurio che di cuore consegno prendendo spunto da una citazione giovannea alla fine del capitolo sedici, per le meritate vacanze di ogni ragazzo.
* padre somasco
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