
Per la giornata del Jazz Francesco Cafiso e la Rhegium Orchestra
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«Una strage senza fine», inizia così l'ennesima denuncia di Fabio Pugliese, ingegnere e fondatore (oltre che ex presidente) dell'associazione "Basta Vittime sulla Statale 106", da anni impegnato in numerose battaglia, insieme ad enti e altre realtà associative del territorio, per la messa in sicurezza della famigerata «statale della morte»
«Una strage senza fine ed una strada (la Statale 106) che continua a mietere vittime, senza che le istituzioni si domandino se queste tragedie possano essere evitate». Lo sfogo dell'autore di "Ecco chi è Stato" arriva ancora una volta via social, dopo gli ultimi due incidenti registratisi a Cirò Marina in cui hanno perso la vita due giovani: Antonio Francesco Dati e Cataldo Francesco De Novaro.
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Da inizio anno, in appena 7 mesi, sono state 18 le vittime provocate da incidenti stradali lungo la pericolosa e trafficata arteria che collega Reggio Calabria a Taranto, attraversando l'intera fascia ionica calabrese.
Spesso alla base dei gravi incidenti mortali c'è l'altra velocità. Tuttavia per larghi tratti la Statale 106 è ancora una strada obsoleta, priva dei più basilari dispositivi di sicurezza attiva e passiva, tali da contenere o scongiurare incidenti mortali, in altri casi evitabili.
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«Possibile mai che nessuno si decide a realizzare una sicura e moderna strada a quattro corsie come esiste in tutte le altre regioni d’Italia. Alla politica (a quella calabrese in particolare), spetta invece un esame di coscienza: 18 vittime sulla “strada della morte” nel 2022… Non ci sono parole e neanche giustificazioni a questa strage di Stato». Queste le parole di Pugliese, nell'esprimere la propria vicinanza alle famiglie delle due giovani vittime della Statale 106.
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