Avvenire di Calabria

Il Signore che muore e risorge viene a capovolgere tutte le prospettive

Tempo di Pasqua, «scandalizza» quel dono estremo d’Amore

Redazione Web

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di Elena Troiano * - «Cristo è Risorto! Veramente è Risorto!». Con queste parole i primi cristiani si salutavano quando si incontravano, con queste parole si riconoscevano. Riconoscevano una fede viva, una fede che dona una certezza: la Risurrezione. Una fede che è capace di riconoscere e annunciare che Cristo è ha vinto la morte, ha attraversato gli inferi ed è vivo e, con Lui, ogni uomo.

Nella fede, in questa fede, ogni giorno incrociando sguardi, storie, vite che passano e che si fermano posso scegliere cosa guardare, dove fermare il mio sguardo. E non di rado mi scopro senza risposta, e mi accorgo che troppo spesso io cerco la soluzione piuttosto che la Risurrezione. Troppo spesso quello che i miei occhi vorrebbero vedere è un “lieto fine” secondo i miei canoni. Ma chi avrebbe mai potuto definire la croce un “lieto fine”? E allora il Signore che muore e risorge viene a capovolgere tutte le prospettive e a cambiare lo sguardo e mi annuncia che la croce non è la fine, ma un passaggio obbligatorio per arrivare alla vita, e la vita è oltre la croce, quasi invisibile.
 
Se guardo il mondo da questa prospettiva, allora sì, che mi riscopro in un giardino pieno di vita, proprio come quello in cui i fiori sono illuminati dalla pietra rotolata di un sepolcro vuoto. Vedo le risurrezioni di bambini che sono cresciuti imparando a scegliere tra bene e male, passando nella croce della seduzione del male e della fatica di aderire al Bene e che oggi, giovani e determinati, si impegnano per mettere la loro vita a servizio di altri bambini del loro quartiere, perché a nessuno sia negata la possibilità di conoscere un’alternativa bella. Vedo ragazze che si prostituivano e che incontrano l’amore, in vie torbide e incomprensibili, e scelgono di correre il rischio di credere che una vita nuova è possibile, e questa vita nuova ha il nome di bambini bellissimi che nascono e che custodiscono famiglie.
 
Vedo persone che vivono per strada da sole, al freddo e con nessuna sicurezza ancora capaci di sorridere e di volere bene, vedo amicizie nascere tra loro, vedo generosità. Vedo un uomo sulla cinquantina, straniero, che non capisce neanche una parola della nostra lingua italiana, che passeggia pacifico fra le strade di Reggio Calabria con il suo amato cane, un meticcio gracilino, che conserva una parte del pasto per lui e gli cede l’ombrello quando piove. In loro, e in tanti altri, vedo che il nostro cuore imperfetto, fatto di peccati e fragilità ha sempre dei punti di luce e che possono ridare vita e tutto il corpo. E vedendo tutto ciò, anche io con gioia dico: “Veramente è Risorto!”

* Suora alcantarina

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