Avvenire di Calabria

Due giorni fa l'ultimo attacco degli ospiti al presidio dei vigili del fuoco

Tendopoli di San Ferdinando, sempre più terra di nessuno

La Cisl chiede con forza un intervento istituzionale risolutivo

di Redazione web

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Abbandonata a sé stessa, senza corrente e acqua, la tendopoli di San Ferdinando è la terra di nessuno, «in cui persino lo Stato fa mancare i suoi presidi». È quanto denuncia la Cisl di Reggio Calabria, in una nota a firma del segretario generale Rosy Perrone e dei responsabili FNS e Fai, Giuseppe Rodà e Romolo Piscioneri.


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Con dignità e abnegazione restano soltanto i vigili del fuoco che per la sicurezza dei migranti continuano un servizio di prossimità con un alto rischio di incolumità. «Adesso basta! Non è più possibile continuare a prestare un’attività di controllo se mancano le forze dell’ordine e soprattutto se mancano i criteri indispensabili di umanità, in quello che può essere definito un ghetto senza regole e senza sicurezza, igiene e condizioni di vivibilità», prosegue la denuncia.

Tendopoli di San Ferdinando, due giorni fa l'ultimo "attacco" al presidio dei vigili del fuoco

È dell’altro ieri, la notizia di un vero e proprio attacco da parte degli ospiti della tendopoli, nei confronti del presidio dei Vigili del Fuoco, in cui è stato danneggiato un mezzo dei pompieri ma per fortuna non ci sono stati feriti. «L’ennesimo campanello di allarme – prosegue la Cisl – di uno stato di abbandono in cui versa la tendopoli, oramai fuori da ogni controllo e da diversi giorni sotto scacco della frustrazione e della rabbia degli ospiti che rischia, inevitabilmente, di essere sfogata contro l’unico presidio delle istituzioni rimasto, quello dei Vigili del Fuoco appunto».

«Sosteniamo dunque in maniera convinta – ancora Perrone, Rodà e Piscioneri – la richiesta del personale dei vigili del fuoco al Comandante provinciale Carlo Metelli, del ritiro del presidio presso il distaccamento di Gioia Tauro, perché è inconcepibile e paradossale che venga messa a repentaglio - in un contesto drammatico - la vita di coloro i quali sono i custodi della sicurezza».

L'invito della Cisl: «Le istituzioni siano più responsabili»

Per la Cisl di Reggio Calabria, c’è necessità di «risorse e non possono esserci dinieghi istituzionali locali, anche se gli importi sono inadeguati, quando si tratta di migliorare le condizioni di vita e messa in sicurezza della tendopoli di San Ferdinando e con i quali forse si sarebbero potuti garantire i servizi essenziali; anche perché altre soluzioni nel breve termine non sembrano emergere. E non si capisce perché non siano state affidate - cosi come annunciato qualche anno addietro - delle case sfitte o assegnati moduli abitativi per superare il problema della creazione di un ‘bidonville’».

Infine, come più volte proposto dalla Cisl Fai, «attraverso un percorso di integrazione e aggregazione lavorativa nelle aziende che insistono sul territorio, si sarebbe potuto evitare il fenomeno diffuso del caporalato, piaga irrisolta del territorio della Piana di Gioia Tauro».


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«Basta a soluzioni tamponi» è la conclusione. Per la tendopoli di San Ferdinando se ne sono viste parecchie negli anni, senza alcun risultato concreto. Da qui la richiesta, in particolar modo, a «dar seguito alle riunioni e ai tavoli tecnici, con risposte celeri e che possano far maturare una risoluzione del problema della tendopoli che ormai ci si trascina da anni». Per la Cisl infatti, da soli «le associazioni, il mondo della rappresentanza e gli enti locali, adesso possono far ben poca cosa senza un intervento incisivo, organico e ben definito dello Stato, la cui immediatezza è fondamentale per la sicurezza dei migranti stessi».

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