Un nuovo modello di cura per pazienti con disabilità psichiche e relazionali al Gom
Tobia entra al Gom: cura e dignità per tutti
La commissaria Tiziana Frittelli: «Ascolto, accoglienza e accompagnamento sono le parole chiave per garantire dignità e diritto alla cura anche nelle situazioni complesse»
di Redazione Web
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Il progetto Tobia - Dama, attivo già in altri grandi ospedali italiani, entra anche al Gom di Reggio Calabria. È stato presentato nella sala mediatica del reparto di cardiochirurgia del Gom: un modello pensato per superare le disuguaglianze nell’accesso alle cure dei pazienti con disabilità complesse.
Tobia entra al Gom di Reggio Calabria: una cura su misura per i pazienti più fragili
L’11 aprile alle 10, nella sala mediatica del reparto di cardiochirurgia, presenti anche le associazioni di volontariato che operano in ospedale, il commissario straordinario, dottoressa Tiziana Frittelli, ha introdotto il progetto Tobia – Dama, presentato nel dettaglio dal dottor Stefano Capparucci. Si tratta di un modello già operativo presso l’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, che ha mutuato quanto realizzato a Milano da Filippo Ghelma con il progetto Dama (Disabled Advanced Medical Assistance).
«Tobia prima di tutto è una persona che ha ispirato il nome del progetto. È anche l’acronimo di Team Operativo Bisogni Individuali Assistenziali e rappresenta un progetto ambizioso per garantire giustizia ed efficienza, attraverso la realizzazione di un modello operativo di cura in situazioni complesse» spiega il dottor Capparucci. «Si tratta di pazienti con disabilità psichica e relazionale che necessitano di un lavoro d’équipe che coinvolga operatori sanitari, rappresentanti dell’associazionismo e caregiver attraverso un sistema basato sulle 3 A: Ascolto, Accoglienza e Accompagnamento».
Un sistema integrato, per garantire equità di accesso alle cure
Il progetto mira a costruire percorsi ambulatoriali, di pronto soccorso e di ricovero per soggetti affetti da disabilità psichica e relazionale, attraverso un team che si faccia carico del paziente dal triage telefonico all’accompagnamento in ogni momento del percorso di cura, in un ambiente che possa essere il più possibile confortevole. Il modello tende inoltre ad affrontare le disuguaglianze rilevate dall’ultimo rapporto globale sull’equità sanitaria per le persone con disabilità dell’Oms, secondo cui molte persone con disabilità corrono il rischio di morire fino a 20 anni prima rispetto alle persone senza disabilità, proprio a causa di un mancato accesso alle cure determinato da fattori evitabili.
Tobia prevede infatti protocolli personalizzati “All in one time, all in one space” per realizzare l’accomodamento ragionevole, principio sancito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che consiste in modifiche e adattamenti che consentano alle persone con disabilità di esercitare i propri diritti e le proprie libertà fondamentali.
«Non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali fra disuguali»
L’invito è quello di portare nella pratica quotidiana il pensiero di don Lorenzo Milani: «Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali».
Il commissario del Gom, motivando la scelta di ospitare il progetto, ha richiamato i principi che guideranno le future scelte organizzative dell’ospedale: attenzione al paziente, qualità degli interventi e merito fondato sulla capacità di risolvere le problematiche sanitarie e assistenziali.
Pur valorizzando risorse e professionalità di eccellenza nel panorama sanitario nazionale, la dottoressa Frittelli ha anche evidenziato una criticità del nosocomio: una carenza organizzativa che penalizza il paziente e rischia di far apparire, spesso a torto, la trascuratezza come un’incapacità clinica del personale.
Un progetto di speranza nel tempo del Giubileo
Tre le direttrici strategiche individuate dal commissario Frittelli per affrontare le criticità: il pronto soccorso, che già da maggio sarà potenziato con nuovo personale e un modello organizzativo rivisto; l’area ambulatoriale, dove il cittadino dovrà uscire non con una prescrizione ma con una prenotazione; e la presa in carico dei pazienti più “difficili”, come i disabili psichici e relazionali, ai quali va riconosciuto il diritto a cure adeguate. Obiettivi che coniugano efficacia e valori come dignità e inclusione.
Per la dottoressa Frittelli, servono visione e organizzazione per costruire un grande ospedale, capace di garantire davvero il diritto alla cura per ogni cittadino. In tempo di Giubileo ci aiuta a vincere il pessimismo e a nutrire speranza, perché la volontà di cambiamento qui espressa possa trovare accoglienza e sostegno da parte di tutti.
Lo yacht di lusso attracca nel porto cittadino con il suo carico di passeggeri internazionali, accolti tra cultura, tradizione e simboli dell’identità reggina.
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