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Ucraina, in viaggio i rifugiati che saranno accolti nella Locride. Nella nottata di ieri, i due pullman sono ripartiti da Vyšné Nemecké (Slovacchia) con a bordo 45 profughi che saranno accolti dalla diocesi di Locri-Gerace. L'arrivo in Calabria previsto per domattina dove ad attenderli c'è una comunità intera.
«I nostri pullman - dichiara don Pietro Romeo, vicario generale della diocesi di Locri e capodelegazione - erano gli unici diretti in Italia. La maggior parte delle popolazioni in fuga cercano di ricongiungersi coi propri cari nei paesi confinanti o comunque del Centro Europa».
Così le tratte più battute sono Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Svizzera. «L'Italia è troppo lontana e il sentimento di tanti è quello di rimanere il più vicino possibile all'Ucraina» spiega don Pietro che aggiunge: «Noi abbiamo portato con noi proprio quelli che non sapevano dove andare e non avevano nessun punto di riferimento». In totale, a bordo dei pullman messi a disposizione da Autolinee Federico, sono salite 45 persone.
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Gli ucraini in fuga sono stati tamponati dalla Veneranda Morelli, imedico chirurgo, collaboratrice medico pediatra di base e medico titolare continuità assistenziale, all'interno delle tende di frontiera. Un lavoro sinergico il suo con le donne ucraine partite dalla Locride come meditarici e interpreti.
«La situazione è davvero disperata: è un disastro umanitario terribile» commenta con un filo di commozione don Pietro Romeo. Tra le tante storie di sofferenze ce n'è una che ha colpito i volontari calabresi: una ragazza di 19 anni ha viaggiata da sola per 48 ore. Una sfida contro i propri limiti per scappare dalle bombe che stanno distruggendo le città ucraine.
I rifugiati a bordo sono tutti cattolici di rito bizantino e parlano solo ucraino. La quasi totalità sono donne con bambini; c'è solo un nucleo familiare intero: il papà è stato lasciato passare oltre il confine in quanto ha ben quattro figli.
Il pullman sta attraversando gli oltre duemila chilometri che separano l'Ucraina dalla Locride. Una distanza solo geografica. Ad attenderli le case della diocesi di Locri già messe a punto dai volontari della Caritas locale guidata da don Rigobert Elangui.
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