Avvenire di Calabria

Il 9 agosto di 27 anni fa veniva ucciso a Campo Calabro il giudice reggino

Una ”Calabria che non dimentica” Antonino Scopelliti

Dietro la sua morte l'ombra di un patto scellerato tra i clan di Cosa Nostra e quelli della 'ndrangheta calabrese

Redazione Web

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"Calabria che non dimentica", è il titolo della manifestazione con la qualle, alle 12 di oggi a Piale di Villa San Giovanni, è stato commemorato il giudice Antonino Scopelliti. Proprio il 9 agosto di 27 anni fa, infatti, il giudice era tornato nella sua regione per trascorrere le vacanze; quella sera, mentre rientrava in paese a bordo della sua automobile, dopo avere trascorso la giornata al mare, venne intercettato dai suoi assassini, almeno due persone a bordo di una moto, appostati lungo la strada. L'agguato avvenne all'altezza di una curva, poco prima del rettilineo che immette nell'abitato di Campo Calabro. Gli spararono con fucili calibro 12 caricati a pallettoni. La morte del magistrato, colpito con due colpi alla testa esplosi in rapida successione, fu istantanea. L'automobile, priva di controllo, finì in un terrapieno, per questo in un primo momento si pensò ad un incidente stradale. Quando fu ucciso stava preparando, in sede di legittimità, il rigetto dei ricorsi per Cassazione avanzati dalle difese dei più pericolosi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Secondo i pentiti della 'ndrangheta Giacomo Lauro e Filippo Barreca, sarebbe stata la cupola di Cosa Nostra siciliana a chiedere alla 'ndrangheta di uccidere Scopelliti, e, in cambio del ''favore'' ricevuto, sarebbe intervenuta per fare cessare la ''guerra di mafia'' che si protraeva a Reggio Calabria dall'ottobre 1995. 

Questa sera, alle 21 e 30 a piazza Martiri di Nassiriya a Campo Calabro, è previsto un doppio momento di intrattenimento con il concerto delle Corde libere e lo spettacolo teatrale Mala'ndrine con Pietro Sparacino e Francesco Forgione.

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