Avvenire di Calabria

All’insegna dello slogan "Vite intrecciate", la fondazione Missio richiama alla preghiera, alla memoria e al raccoglimento

Una veglia per la Giornata dei missionari martiri

Redazione Web

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Nell’anno 2020, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 8 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 2 seminaristi, 6 laici. Sulla base di questi dati, si ricorda che oggi ricorre la ventinovesima Giornata dei missionari martiri. Missio, l’organismo pastorale della Cei, ha deciso di celebrarla con la preghiera e il digiuno all’insegna dello slogan «Vite intrecciate». «Il missionario martire è tessitore di fraternità: la sua vita si intreccia con quella dei popoli e delle culture che serve e incontra. L’umanità intera intreccia la propria esistenza con quella di Cristo, riscoprendosi così tralci della stessa vite». Su questa scia, viene proposto uno schema per organizzare una veglia di preghiera, nelle parrocchie o nelle diocesi, per ringraziare il Signore delle vite donate dei fratelli e sorelle nel mondo. La veglia si articolerà in tre momenti: durante il primo, mentre la guida legge il testo della preghiera, due persone copriranno l’altare con una stoffa multicolore rappresentante le diversità. «Come tanti fili formano un unico tessuto, la preghiera in comunione con le sorelle e i fratelli di tutto il mondo genera fraternità». Il secondo momento servirà da riflessione personale tramite testimonianze e momenti di silenzio. Durante il terzo momento, si ascolteranno le parole del Santo Padre, tratte dall’Enciclica “Fratelli tutti”, pubblicata il 3 ottobre 2020. «Attraverso i tre momenti, guidati dalla Parola intercalata a gesti concreti, mettiamo la nostra identità a servizio del Vangelo, il nostro nome come operatori delle nostre comunità locali, fili intrecciati di vita che uniti agli altri formano un unico tessuto, colorato e pieno di storia. La lettura del martirologio ci unisce spiritualmente a coloro che nel 2020 hanno donato la propria vita a servizio degli ultimi, in Italia e in tutto il mondo: sacerdoti, suore, laici, che hanno scelto di restare, fino alla fine, in mezzo alla gente che Dio gli ha posto davanti». La preghiera di ringraziamento e di lode, unita al digiuno e alla solidarietà concreta fanno di questa Giornata un’occasione di vicinanza alle popolazioni più disagiate. In particolare quest’anno, Missio, con i suoi giovani, ci tiene a sostenere il progetto Laboratorio informatico per i giovani di Robe - Etiopia. La testimonianza dei missionari qui presenti dona alle nuove generazioni la speranza di un futuro migliore, di un avvenire diverso da quello che oggi le condizioni economiche e sociali mostrano loro.

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