Avvenire di Calabria

A tu per tu con un padre e un uomo che ha lasciato gli Stati Uniti per ripartire dalla Calabria. Una figura nota in tutto il Paese

Una vita per l’autismo, Giovanni Marino: «La prossimità è cura»

Tatiana Muraca

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La storia di un padre che per amore dei figli abbandona l’America e ritorna nel suo paese natio, in Calabria. Giovanni Marino ha dedicato la sua intera vita all’autismo, dopo che questo disturbo è stato diagnosticato ad entrambi i suoi figli, di 40 e 32 anni ciascuno. Presidente per 20 anni (e appena rieletto) dell’Angsa (Associazione Nazionale Genitori di Persone con Autismo) e ideatore della Fondazione Marino per l’autismo onlus di Melito Porto Salvo, ad oggi l’unica struttura sanitaria residenziale esistente in Calabria e componente del tavolo tecnico della Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana in quanto organizzazione cattolica. «Ero un ingegnere nucleare e vivevo negli Stati Uniti - ci racconta Giovanni Marino – Mi sono reso conto, però, che l’America non poteva rispondere alle esigenze della mia famiglia, così ho lasciato tutto e sono tornato a casa. L’ho fatto per dare “protezione” ai miei figli». Da qui, Giovanni Marino ha letteralmente ricominciato da zero, buttandosi a capofitto in quella che era diventata ormai la sua missione: l’autismo. Ha incominciato a studiare la materia, a “tessere” una rete di contatti con migliaia di professionisti del settore, a conoscere le famiglie del territorio e non, per poi dare vita alla residenza, attiva da 13 anni. «La prima in Italia», specifica Giovanni Marino. La struttura ospita 12 ragazzi provenienti da tutta Italia, di cui almeno 9 in condizioni di sufficiente autonomia; condizione che permette loro di poter lavorare nella mensa a disposizione della residenza. «Tramite il lavoro nella mensa, dove si dà da mangiare ai poveri, i ragazzi imparano ad essere autonomi – ci continua a dire Giovanni Marino – Un’autonomia che cerchiamo di far sviluppare anche tramite attività all’interno di un campo agricolo sito accanto alla struttura e che speriamo possano accrescere ulteriormente con un nostro progetto in cantiere da tempo: acquistare un terreno più grande dove realizzare una mini azienda agricola e da lì far partire un altro tipo di qualità di lavoro». Prendersi cura degli animali, fare del giardinaggio, coltivare i prodotti della terra o prendere parte a dei laboratori, darebbe infatti una possibilità ulteriore a questi ragazzi di potersi specializzare in qualcosa. Un’idea che arriva dopo mesi di chiusura di forzata, durante i quali i residenti nella struttura non hanno potuto stare insieme ai propri familiari. «Durante il primo lockdown, abbiamo dovuto isolarci, adottando tutte le massime precauzioni del caso, e i ragazzi hanno sofferto molto di questo. Adesso, siamo tutti vaccinati e un po’ più tranquilli, per cui molti di loro riusciranno a vedere le famiglie almeno per Pasqua». Sempre secondo quanto ci racconta Marino, i ragazzi hanno anche la fortuna di poter usufruire di un appartamento sul mare a Bova: un bene confiscato affidato alla struttura dal Comune, un sollievo per questi ragazzi e per le loro famiglie, una valvola di sfogo durante i mesi estivi. «Tramite la mia esperienza – prosegue Giovanni Marino - mi sento di dire alle famiglie che si trovano ad affrontare questa problematica, di non rifarsi a notizie che circolano sul web, ma di affidarsi alla scienza, di avvicinarsi alle fondazioni e alle altre famiglie. L’autismo è una patologia di origine non perfettamente nota, per cui affidarsi a persone serie e affidabili è la chiave di tutto, insieme alla ricerca. Solo un intervento precoce, infatti, può aiutare a migliorare la qualità di vita di una persona autistica». Non per niente, Giovanni Marino da 6 anni contribuisce a promuovere la Fondazione Italiana per l’autismo, che raccoglie tutte le più grandi associazioni nazionali e organizzazioni professionali. «Quest’anno, abbiamo coinvolto anche la presidenza del Consiglio dei Ministri – aggiunge Giovanni Marino – il nostro scopo è quello di raccogliere fondi per la ricerca, perché solo così possiamo aiutare in primis i nostri figli e poi anche la società». Stimolare le istituzioni a seguire la scia della ricerca e della prevenzione è per Marino una priorità assoluta: «La nostra Regione ha il migliore piano dei servizi per l’autismo di tutta Italia e non lo sa nessuno. Nonostante questo, però, le istituzioni non finanziano e non favoriscono così la crescita di tali servizi. In Italia, sono circa 700mila le famiglie coinvolte nelle problematiche legate all’autismo, non si può abbandonarli», conclude Giovanni Marino.

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