Avvenire di Calabria

In occasione della Giornata del ministrante della diocesi di Reggio Calabria - Bovache si celebra domenica 19 febbraio abbiamo intervistato don Nicola Casuscelli,

Verso la giornata del ministrante, la liturgia è vita

Il direttore dell'Ufficio liturgico diocesano offre lo spunto per riflettere sul ruolo della liturgia nella vita della Chiesa

di Davide Imeneo e Francesco Chindemi

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La Giornata del ministrante, che la diocesi di Reggio Calabria - Bova si appresta a celebrare domenica 19 febbraio, ci offre lo spunto per una riflessione sul ruolo della liturgia nella vita della Chiesa e del suo essere comunità. Ne abbiamo parlato con don Nicola Casuscelli, direttore dell’Ufficio liturgico della diocesi di Reggio Calabria - Bova.

Perché la liturgia è centrale nella vita della Chiesa?

La liturgia è un’opera divina. Nella liturgia avviene l’accesso al mistero di Dio. Nulla delle azioni liturgiche avviene senza che l’uomo possa averne conoscenza di esse. Per cui in tutto quello che è opera liturgica avviene una piena partecipazione della comunità cristiana che celebra e partecipa alla vita di Dio. Certo, è un’opera ecclesiale, ma è soprattutto un’opera trinitaria. E siccome la Trinità è una, è unità. Così vuole che la Chiesa sia un corpo.


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Tutto questo avviene nello Spirito Santo, il quale è l’amico del Signore Gesù ed è il nostro compagno di strada, perché ciascuno di noi possa fare ogni momento della propria vita e specialmente mentre si attua l’azione liturgica, possiamo fare l’esperienza di Dio con noi, di Dio che viene a salvarci. Che cammina sempre accanto a noi.

Cosa rappresenta, invece, la liturgia per una comunità parrocchiale?

La dimensione liturgica è l’essenza stessa della comunità. È nella dimensione liturgica che la comunità mostra la sua piena identità di essere il popolo dei salvati. E nella dimensione della preghiera liturgica che la parrocchia esprime la sua appartenenza a Cristo.

Come?

Durante l’esperienza della preghiera della Chiesa che si vive come comunità, ogni battezzato porta al Signore la sua esperienza di vita. Durante la celebrazione, Dio ripete il memoriale della Pasqua del Figlio. È durante la celebrazione che l’uomo si mette in ascolto di Dio e Dio parla all’uomo. E durante la celebrazione del tempo e durante la celebrazione degli eventi della salvezza, che il popolo santo di Dio riceve quel desiderio per vivere ogni giorno con il suo Signore.

Insieme alla preghiera, quanto è importante la formazione alla liturgia?

Una comunità parrocchiale non solo ha il compito di celebrare i divini misteri, ma anche il compito di ben celebrare i divini misteri. Questa si chiama arte della celebrazione, per la quale è necessaria certamente la formazione come studio della liturgia, per cui ogni parroco ha il compito di formare liturgicamente i suoi parrocchiani. Ma allo stesso tempo la liturgia forma alla partecipazione. Quindi ci dobbiamo lasciare formare dalla liturgia.

Questo è il pensiero che papa Francesco ci ha donato in Desiderio desideravi, in cui esorta noi credenti ad avere sempre avere presente il senso teologico della liturgia, ossia guardare attraverso i segni l’opera di Dio e ricevere la salvezza, perché la liturgia è contemporaneamente santificazione che Dio compie per l’uomo, ma anche culto che l’uomo dà a Dio. D’altronde, se la liturgia non fosse evangelizzante, non sarebbe autentica.

Tra gli operatori pastorali impegnati soprattutto sul fronte liturgico ci sono anche i ministranti… che importanza hanno?

La pastorale del servizio dei ministranti in una comunità parrocchiale è veramente fondamentale, perché permette a tutti i ragazzi che desiderano di stare più vicini al Signore Gesù. La curiosità, la conoscenza dei luoghi liturgici, la comunità dei ministranti sono realtà profondamente educatrici, perché sull’altare c’è disciplina, conoscenza, impegno comunitario e fratellanza.


PER APPROFONDIRE: Vocazioni e liturgia, verso la Giornata del ministrante a Reggio Calabria


Sull’altare non c’è alcuna divisione, ma tutti sono uniti nella corresponsabilità. Ciascuno dei ministranti, nella speranza del parroco e nella speranza di tutta la Chiesa, sarà un domani un buon padre di famiglia, un buon cristiano. Sarà un buon sacerdote, un buon lavoratore, un buon politico. Sarà una persona che vorrà dare nel mondo la testimonianza che ha ricevuto dall’altare.

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