Parrocchia Sant'Aurelio Vescovo, all'interno della comunità sono nate negli anni diverse realtà associazionistiche
Viaggio ad Arghillà, tra i palazzi germoglia la speranza
Nel quartiere a nord di Reggio Calabria, c'è grande attenzione per le giovani generazioni
di Francesco Chindemi
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Il pulmino rosso è pronto a mettersi in marcia. L’appuntamento è nel piazzale della struttura realizzata molto tempo fa dal comune e da anni affidata alla parrocchia. Saliamo a bordo del mezzo. Alla guida c’è Antonino Nigero, poco più che ventenne.
Educatore e tutto fare, una vera risorsa per la comunità parrocchiale ed un esempio per i più giovani. Ogni giorno, accompagnato dal parroco Antonino Iannò, per tutti don Nino, fa la spola tra i diversi comparti delle due zone di Arghillà, quartiere collinare della periferia nord di Reggio Calabria.
Ad ogni fermata, c’è un gruppo di bambini di tutte le età ad attenderli con lo zainetto in spalla. Sono sorridenti, felici di poter trascorrere un altro pomeriggio insieme. È vero si dovrà studiare; ma ci si diverte anche. «Frequentano sia la scuola elementare che la scuola media», ci spiega don Nino durante il tragitto.
«Ogni pomeriggio, li andiamo a prendere sotto casa per portarli presso il nostro Centro diurno parrocchiale dove fanno doposcuola e altre attività». Mentre percorriamo il lungo vialone che dalla chiesa intitolata a Sant’Aurelio vescovo conduce nell’area di Arghillà in cui vivono i piccoli, il sacerdote, parroco qui da sei anni, ci racconta la realtà del quartiere «dalle due facce, ma dalle tante potenzialità».
Da sinistra, don Nino Iannò (parroco), un bambino e Antonino Nigero (educatore)
La parrocchia di Arghillà, negli anni, ha avviato diverse iniziative che hanno contribuito a rilanciare il quartiere, nonostante tante difficoltà incontrate. «Non ci fermiamo mai, cerchiamo di fare ogni volta qualcosa di nuovo, perché si migliori sempre di più», afferma ancora don Nino, il quale, nell’indicarci il primo gruppo di bambini spuntato dai palazzi, aggiunge: «ecco, sono loro la nostra speranza».
Non è un caso che proprio ai più piccoli siano dedicate le maggiori attenzioni. «Sono la nostra priorità» ci spiega, una volta messo piede all’interno dell’ampia, colorata e luminosa struttura, la responsabile del Centro diurno, Mariella Quattrone. Cristian, Enza, Pio, Cristel, Anthony, Salah, sono un piccolo spaccato di una comunità multiculturale che risiede nel quartiere. Differenze che rappresentano un’importante occasione di arricchimento, insieme a tutte le altre attività che si svolgono. Niente viene lasciato al caso.
«Ai ragazzi, oltre al supporto scolastico - spiega ancora Mariella - offriamo dei percorsi multidisciplinari, sia laboratoriali che legati allo sport, proprio per aiutarli a crescere nel rispetto reciproco».
C’è una bella realtà, viva e dinamica, che affianca il parroco in tutte le attività e anima non solo la vita della comunità parrocchiale, ma dell’intero quartiere. Ci sono volontari più anziani, ma anche tanti giovani nel frattempo cresciuti che sono pronti a dare il loro contributo.
Alcuni ragazzi al doposcuola presso i locali della parrocchia di Arghillà
L’esperienza del Centro diurno per i bambini del quartiere, definita da don Nino Iannò «molto bella», è una delle tante presenze importanti in seno alla comunità di Arghillà. «La cultura è l’arma indispensabile per il riscatto anche sociale del quartiere e su essa puntiamo parecchio, grazie all’opera svolta da tutte le altre realtà che animano questo lembo del territorio reggino», afferma il sacerdote.
Gli Scout Agesci Arghillà 1
Gli scout del gruppo Agesci Arghillà 1 “Francesco Sartiano” costituiscono una presenza viva. Sono un punto di riferimento per l’intera comunità parrocchiale da quasi trent’anni. Hanno contribuito, per la loro parte, a fare la storia della giovane parrocchia di Sant’Aurelio vescovo e martire. Da diverse generazioni, ormai, «accompagnano la crescita di tanti nostri ragazzi, grazie all’instancabile servizio dei capi svolto con dedizione e passione», ancora la testimonianza di don Nino.
Natale Martorano è uno dei componenti della comunità capi, tra le figure “storiche” dello scoutismo ad Arghillà. Ci accoglie nella sede che sorge accanto alla chiesa. Qui nel corso della settimana, in particolare il sabato e la domenica, si ritrovano scout piccoli e grandi: dai lupetti, agli esploratori e guide, sino ai ragazzi più grandi della “branca” rovers e scolte.
Natale Martorano è uno dei capi scout del gruppo Agesci "Francesco Sartiano"
«Un momento significativo, quanto emozionante del nostro cammino iniziato tanti anni fa, sono state le celebrazioni per il venticinquesimo anniversario della nascita del gruppo. In quella occasione – racconta Natale – abbiamo invitato tutti coloro che nel corso degli anni hanno vissuto insieme a noi questa esperienza. Emozionante è stato vedere che molti di essi continuano a mantenere vivo questo legame attraverso i loro figli ad indossare, oggi, lo stesso fazzolettone». Un segno di continuità «importante per questo territorio e per questa comunità parrocchiale».
La Caritas parrocchiale
È un territorio vasto e diversificato quello di Arghillà. Come tale, non mancano le sacche di povertà. La Caritas, in tutto questo, svolge un prezioso servizio fin dalla nascita della parrocchia. Rita Calafiore è testimonianza di questo impegno. Un cammino, il suo, iniziato oltre venticinque anni fa. Insieme a lei operano molti altri volontari.
«Ogni mese serviamo circa duecentocinquanta famiglie», ci racconta Celeste Postorino, altro membro della Caritas parrocchiale. I volontari sono già all’opera dal mattino, quando li incontriamo presso la sede del Centro civico che fino a qualche tempo fa ha ospitato, provvisoriamente, l’Istituto comprensivo “Radice - Alighieri”. Oltre ad ospitare il presidio fisso della Polizia di stato, i suoi locali sono utilizzati dai volontari della Caritas per smistare la merce, predisporla per le famiglie e consegnarla secondo il calendario mensile. «I prodotti - spiega ancora Celeste - ci vengono forniti dal Banco delle Opere di Carità di Pellaro».
Alcuni volontari della Caritas parrocchiale di Arghillà
La distribuzione avviene secondo le necessità intercettate dalla parrocchia. «Negli ultimi tre anni - ancora la volontaria - la domanda è aumentata, complice anche la pandemia e le maggiori difficoltà affrontate da molte più famiglie».
Un servizio che, in qualche modo, si lega ad un’altra esperienza nata in parrocchia: il Circolo “Laudato Si’”. Unico in diocesi ad avere come obiettivo, su indicazione del Papa, la cura del Creato. «Un dono ricevuto dal Signore che qui ad Arghillà è evidente, nonostante qualche ruga sia dal punto di vista ambientale che sociale», dice don Nino Iannò. «Confidiamo tuttavia - dice - nella tanta ricchezza rappresentata dalle tante persone che operano nella nostra parrocchia e per il bene di tutto il quartiere».
Le altre realtà
Un’altra presenza virtuosa è il laboratorio teatrale “Gabriele Allegrino”. Un’esperienza anch’essa nata all’interno della comunità parrocchiale. Coinvolge persone di ogni età, in una sorta di «alleanza tra generazioni. Per noi - ancora don Nino Iannò - rappresenta un forte strumento di catechesi per chi ne fa parte, ma anche per quanti vengono a guardare i nostri spettacoli che speriamo presto poter riproporre».
Ad aiutare don Nino Iannò nel ministero pastorale c’è anche il vicario parrocchiale, don Antonio Circosta. È in chiesa che si conclude il nostro piccolo viaggio alla scoperta della comunità di Arghillà. «Il cuore di questa vita - ancora le parole di don Iannò - è la chiesa, l’altare, perché ogni nostro servizio ai fratelli ha come centro proprio l’Eucarestia».
Ecco la puntata di oggi del percorso Podcast intrapreso dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.
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