Avvenire di Calabria

Istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 è l'occasione per riflettere su una piaga che condiziona ancora il nostro tempo

Violenza sulle donne, si celebra oggi la Giornata mondiale

Papa Francesco ha detto: «Ogni violenza inferta ad una donna è una profanazione di Dio»

di Redazione web

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Si celebra oggi la giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne. La ricorrenza è stata voluta dalle Nazioni unite che l'ha istituita il 17 dicembre del 1999, con una risoluzione in si definisce la violenza sulle donne «una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata a causa dell'impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano».


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La data - il 25 novembre - è stata scelta per onorare la memoria delle sorelle Mirabel, attiviste politiche uccise per ordine del dittatore della Repubblica Dominicana Rafael Leónidas Trujillo, il 25 novembre del 1960.Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal. Nel 1991 il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. Nel 1993, infine, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l'eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane.

Violenza sulle donne, la condanna del Papa

Molto spesso Papa Francesco ha condannato la violenza e la strumentalizzazione della donna, richiamando la sua dignità al pari dell’uomo e il suo diritto a contare nella Chiesa e nella società. In particolare nel capitolo 6 dell'enciclica Amoris Laetitia, dedicata alla bellezza del matrimonio, si legge: «In alcuni casi, la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza o a una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza».


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Significativo, inoltre, quanto affermato sempre Bergoglio in occasione della 53esima Giornata mondiale della Pace: «Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal Cropo di una donna è arrivata la salvezza per l'umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità. Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati».

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