
Il biondo di Trebisacce protagonista de “L’ingrediente perfetto”
Lo chef ha deliziato con la preparazione di un piatto di “chitarre all’arancia bionda tardiva
Si è concluso con un lungo e fragoroso applauso del numerosissimo pubblico presente sabato sera nella bellissima Chiesa di San Giuseppe al Corso – scelta anche per le Giornate FAI nei giorni 22 e 23 marzo scorsi – il concerto organizzato e presentato dall’Associazione Giovanile Musicale della Città Metropolitana di Reggio Calabria, presieduta dal pianista, compositore e direttore d’orchestra maestro Alessandro Bagnato.
Nel corso dell’iniziativa culturale è stato esposto anche il ricco e variegato programma “La Musica al Centro 2025”, giunto alla 7ª edizione, allestito anche dal direttore artistico, percussionista e chitarrista maestro Claudio Bagnato e dagli altri componenti del direttivo Salvatore Silivestro, vicepresidente, e Roberto Pirrello, segretario tesoriere.
Con l’evento, inserito nel percorso dell’Anno Giubilare, proclamato da papa Francesco, l’associazione – particolarmente vicina e coinvolta sia in campo nazionale che locale – ha voluto cogliere l’opportunità per rafforzare il senso di appartenenza alla Chiesa universale e a tutta la comunità del territorio di Reggio Calabria e della sua Città Metropolitana.
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Nella presentazione è stato ribadito il tema centrale dell’Anno Santo 2025, così come più volte dichiarato dal Santo Padre e dalla Cei: «Pellegrini di speranza». Così, con il linguaggio universale della musica, l’A.Gi.Mus. si è voluta rendere partecipe diretta del messaggio del Santo Padre, che rivolgendosi proprio ai giovani – ma non solo – in un recente e accorato discorso ha dichiarato: «C’è bisogno del talento dei giovani, della loro creatività, spinti non dagli idoli ma dalla passione per la bellezza, per la fratellanza e per l’amore universale», e ancora: «La musica può aiutare la convivenza dei popoli», fino ad esprimere il desiderio di «vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile».
Tornando al concerto, tenutosi come già detto in una chiesa gremita in ogni ordine di posti e con una parte di pubblico in piedi, va sottolineato il titolo che il sodalizio reggino ha voluto dare all’iniziativa: “Wojtyla Uomo di Dio”, proprio per ricordare il XX anniversario della morte di Giovanni Paolo II, scomparso il 2 aprile 2005.
I testi pensati per l’occasione dal maestro Claudio Bagnato e declamati da Serena Cara, alternati con i brani proposti dalla neonata Orchestra Pasquale Benintende, diretta magistralmente dal maestro Alessandro Bagnato, accompagnata dal coro U.C.C.M. dei maestri Carmen Cantarella, Caterina Zeffiro, Mariaflavia Bellantone, Angela Luppino e Daniele Pedace, e non da ultime le giovani ma affermate soprano Eva Catherine Polimeni e Francesca Crea, hanno incantato e deliziato l’attento pubblico presente, che ad ogni esibizione ha riservato applausi a scena aperta.
Dal Discorso ai giovani all’Angelus sulla famiglia, dal discorso contro la mafia nella Valle dei Templi alla Preghiera contro la guerra, da È Lui che cercate all’indimenticabile «Non abbiate paura, aprite le porte… anzi spalancate le porte a Cristo», in uno straordinario ed emozionante mix con i brani di Verdi, Pergolesi, Mozart e Benintende, che hanno impreziosito la serata in una cornice di pubblico attento e silenzioso nel corso delle esibizioni, ma nello stesso tempo prodigo di applausi a scena aperta alla conclusione di ogni brano.
Il concerto, così come è stato già detto nella fase di presentazione dell’evento, ha visto l’esordio dell’Orchestra Reggina “Pasquale Benintende”: a dire il vero un debutto di una formazione ben assortita, che per la qualità della concertazione d’assieme e per i solisti, è apparsa ai più come una squadra affiatata, come uno schieramento che suona insieme da anni. Stessa cosa per l’Unione Cori Città Metropolitana di Reggio Calabria, che con i loro maestri coordinati da Alessandro e Claudio Bagnato, hanno potuto esprimere il meglio delle loro vocalità.
Alla fine, grande soddisfazione e compiacimento è stata espressa dal rettore della Chiesa di San Giuseppe e vicario generale monsignor Pasqualino Catanese, che ha ringraziato l’A.Gi.Mus., tutti gli artisti e il numerosissimo pubblico presente per la bellissima serata, ribadendo ancora una volta la possibilità di poter frequentare la chiesa, riaperta al culto il 17 marzo dello scorso anno.
È bene ricordare che in apertura è stato eseguito “L’Inno a Reggio”, scritto da Pasquale Benintende tra il 1931 e il 1934 su versi della dottoressa Elisa Campolo Maioli, ricostruito, orchestrato e diretto in prima assoluta dal maestro Alessandro Bagnato.
Il compositore (nato a Catona il 20 gennaio 1878 e deceduto a Reggio Calabria l’11 gennaio 1968) è considerato dalla critica unanimemente il reggino più conosciuto per l’eccellenza e la varietà delle sue composizioni: un maestro che ha regalato alla sua città una vasta produzione che spazia dal sacro al profano, alle opere sinfoniche, per canto e pianoforte su testi sia in italiano che in vernacolo, per solo pianoforte, opere e operette.
Come per diversi compositori a lui contemporanei, la sua produzione fu molto collegata al folklore della sua terra, tant’è che nelle sue opere riecheggiano spesso temi ricavati dalla tradizione popolare.
Un reggino dal grande talento musicale, ma anche dalla straordinaria generosità. Infatti, due anni prima di morire, nel 1966, donò all’Archivio della Curia di Reggio Calabria una parte delle sue composizioni di carattere liturgico-religioso e, dopo la morte, il rimanente «fondo musicale» fu donato alla Biblioteca De Nava.
Con questo evento, l’A.Gi.Mus. ha inteso anche riscoprire le proprie radici, ma anche fare memoria e ricordo: ricordo di quello che è accaduto e memoria perché ciò che è successo ci trasforma e ci fa guardare al futuro.
Lo chef ha deliziato con la preparazione di un piatto di “chitarre all’arancia bionda tardiva
Lo yacht di lusso attracca nel porto cittadino con il suo carico di passeggeri internazionali, accolti tra cultura, tradizione e simboli dell’identità reggina.
L’esperienza è stata resa ancora più coinvolgente grazie a laboratori sensoriali e attività interattive Un