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Aveva una spiccata capacità di intuire le esigenze e i bisogni degli altri e di soddisfarli con gesti semplici ma carichi di attenzione. Questo il principale dono di Rosa Staltari, Venerabile Serva di Dio, della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, ricordata ieri, 4 gennaio, in occasione del 50° anniversario dalla sua nascita al cielo.
Un doppio momento è quello che la comunità reggina ha vissuto presso la Chiesa di Gesù e Maria, in via Torrione, cara alla Congregazione delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice. Fraternità di cui era figlia proprio Rosa - per tutti Rosella - Staltari: una Santa Messa, presieduta da don Nuccio Cannizzaro, parroco di San Giorgio al Corso, seguita dal Concerto di canti natalizi eseguito dal Coro Millenote e Voci bianche Millenote diretti dal Maestro Roberto Caridi.
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La giovane religiosa, il 4 gennaio del 1974, a soli 22 anni, lasciava la vita terrena per affidarsi alle braccia del Padre.
Una vita breve, ma intensa, vissuta fin da ragazza nella «devozione per Maria Santissima Addolorata presso la croce del Figlio, imitando la quale, secondo il Carisma della propria Congregazione, cercò di praticare sempre, fra le virtù cristiane, l'umiltà, la carità, la mortificazione, la semplicità e il nascondimento. Si dedicava con intensità alla vita di preghiera. Speranza e fortezza la aiutarono nei momenti di difficoltà. Di animo sensibile, sapeva intuire le necessità degli altri per rispondervi con generosità», viene ricordato nel decreto di venerabilità del 21 dicembre 2020, firmato dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle cause dei santi.
Cinquant'anni dopo, «il messaggio che la Venerabile Rosella Staltari ci ha lasciato è la semplicità espressa dal suo volto di ragazza immortalato nell'immagine che ci accompagna in questo ricordo», ha detto don Nuccio Cannizzaro nella sua omelia, nel corso della celebrazione di giovedì sera.
La Venerabile Serva di Dio Rosa Staltari nacque il 3 maggio 1951 ad Antonimina (Reggio Calabria, Italia), in una famiglia povera e profondamente cristiana. Rimasta orfana di madre a soli due anni, su espressa richiesta del padre, che voleva assicurare alla figlia una crescita serena, fu accolta in un Istituto di Locri per l’infanzia abbandonata, gestito dalle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, dove rimase fino all’età di quattordici anni.
Nel 1965, ottenuta la licenza media di avviamento professionale, fu accolta a Reggio Calabria nell’Istituto “Maria Mater Gratiae”, gestito dalla Congregazione delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, fondato nel 1957 da don Vittorio Dante Forno e da suor Maria Salemi, per le attività educativo-assistenziali. Nel 1968, conseguì il diploma di segretaria d’azienda e l’abilitazione all’insegnamento nella scuola materna.
PER APPROFONDIRE: Rosa Staltari e il presunto miracolo a Reggio: chiusa l’indagine
Attratta dalla spiritualità e dal metodo pedagogico delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, entrò nella loro Congregazione. Conclusi i due anni di postulantato, il 2 luglio 1972 cominciò il noviziato, e un anno dopo, emise i voti religiosi. Nel 1973, fu trasferita a Palermo come maestra di bambini, in particolare orfani, presso l’Istituto “Pietro Ardizzone”. Rosa, che subiva frequenti crisi convulsive e svenimenti, morì improvvisamente a Palermo il 4 gennaio 1974, all’età di 22 anni.
La Venerabile Serva di Dio esercitò eroicamente la virtù della fede soprattutto nell’intensità con cui si dedicò alla vita di preghiera, alla quale ricorreva costantemente per comprendere gli avvenimenti e riconoscere in essi la volontà di Dio. La devozione a Maria la sostenne nel suo vissuto di fede.
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Nonostante le sofferenze che caratterizzarono la sua infanzia, la speranza eroica la rese capace di rifuggire da atteggiamenti pessimistici e di mantenersi attiva, intraprendente e serena. Manifestò la sua carità verso Dio in particolare nel desiderio di conformarsi a Cristo, soprattutto nella sua dedizione agli altri. Tradusse l’amore per Dio nella carità verso gli ammalati e gli orfani. Aveva una spiccata capacità di intuire le esigenze e i bisogni degli altri e di soddisfarli con gesti semplici ma carichi di attenzione. Era molto generosa e disponibile: si caricava dei servizi più umili, anche al posto delle altre consorelle.
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Concluderà la cerimonia, la prolusione del professor Bilotti, docente di Diritto Canonico e Matrimoniale.