Avvenire di Calabria

La Caritas di Reggio Calabria ha avviato in tutte le zone pastorali una formazione dedicata agli operatori dei centri d'ascolto

8xmille, il progetto della Caritas di Reggio Calabria per formare gli operatori

Il progetto è sostenuto dai fondi dell'8xmille alla Chiesa cattolica e vuole rilanciare la missionarietà del servizio in parrocchia

di Redazione Web

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La Caritas di Reggio Calabria ha avviato in tutte le zone pastorali una formazione dedicata agli operatori dei centri d'ascolto. Il progetto è sostenuto dai fondi dell'8xmille alla Chiesa cattolica e vuole rilanciare la missionarietà del servizio in parrocchia.

Caritas Reggio Calabria, impegno formativo grazie ai fondi dell'8xmille alla Chiesa cattolica

Si intitola “Le Comunità per la Comunione in cammino” ed è un progetto della Caritas diocesana di Reggio Calabria sostenuto dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Un’iniziativa che mette «al centro la formazione pedagogica degli operatori» come spiega la responsabile dell’iniziativa, Domenica Belmondo. In realtà si tratta di un’urgenza: secondo la Caritas reggina è necessario riscoprire «spazi educativi e testimonianze vive», specialmente dopo la fine dello stato d’emergenza.


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Nello specifico l’idea progettuale “Le Comunità per la Comunione in cammino” auspica di allargare la proposta formativa avviata nei mesi scorsi in via sperimentale - a tutte le foranie dell’arcidiocesi di Reggio Calabria, per risvegliare alcuni valori-guida, tra cui il senso di appartenenza pastorale, la bellezza della formazione, camminare insieme con metodo e stile sinodale, soprattutto nelle parrocchie in cui non è presente la Caritas e che esprimono il desiderio e la volontà di formarsi.

Il progetto si avvarrà della collaborazione di sei formatori esperti con disponibilità anche di altri formatori volontari. «Ora più che mai - aggiunge Belmondo - le Caritas parrocchiali hanno bisogno di superare la mentalità assistenziale per recuperare invece la dimensione della prossimità e della condivisione». Per raggiungere questi obiettivi, il progetto si propone di effettuare una rilettura dei bisogni del territorio, di accelerare il recupero della dimensione dell’ascolto e di sperimentare la possibilità di co-progettare a partire appunto da una analisi che non sia generica, ma che parta dalle necessità reali delle foranie che saranno coinvolte nell’azione progettuale sostenuta dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.

Oltre agli aspetti prettamente formativi in senso stretto e quindi ai contenuti, l’idea è quella di potenziare la comunicazione attraverso mezzi innovativi, come l’utilizzo di social, ma anche di tecniche comunicative come lo storytelling e il roleplaying. «La Caritas diocesana, i Centri di Ascolto e le parrocchie, sono luoghi e osservatori privilegiati che quotidianamente si devono confrontare con le varie e innumerevoli povertà e ingiustizie presenti sul territorio reggino» spiega Domenica Belmondo - facendo purtroppo frequentemente un’opera di supplenza con la gestione di servizi che vanno al di là del diritto-dovere della solidarietà, della scelta preferenziale dei poveri, della giustizia sociale e della pace, distintivo della Chiesa e di ogni esistenza cristiana». Partendo proprio da questa costatazione, “Le Comunità per la Comunione in cammino”, intende consolidare e innovare il modo di agire delle Caritas parrocchiali.


PER APPROFONDIRE: 8xmille, calo di consensi verso la Chiesa cattolica: un dato da cui ripartire


Durante i dodici mesi progettuali, i formatori puntano a consentire «di riflettere sul modo di agire» degli animatori per far sì che diventino «agenti del cambiamento per le parrocchie delle foranie d’appartenenza e nel territorio». «Scegliamo questa metodologia, - conclude Belmondo visto il largo consenso ed i frutti scaturiti dai percorsi di formazione precedenti, per allargare e individuare altre parrocchie che hanno una Caritas già attiva perché attraverso loro vogliamo raggiungere le parrocchie che fanno più fatica ad incontrarsi o che non hanno disponibilità di locali. L’obiettivo non è quello di escludere, ma quello di integrare e fare rete. Promuovere comunità fra le persone è un’azione complessa che richiede tempo, continuità e coerenza, che non può essere compito di un solo attore. Il senso di comunità è un costrutto fatto di aspetti affettivi, emozionali e motivazionali, che si fonda su sentimento di appartenenza, influenza, integrazione dei bisogni e connessione emotiva condivisa».

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