Avvenire di Calabria

Un gruppo di persone della parrocchia di San Giuseppe si riunisce virtualmente ogni sera già da diverse settimane per vivere un momento comune

A Melito la condivisione online si fa preghiera

Redazione Web

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«Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi».
Mai, come nel tempo di Covid-19, le parole della prima lettera ai Tessalonicesi, rinnovano l’invito a tutto il popolo di Dio, affinché sia riposta nelle mani del Figlio, ogni richiesta, per far sì, che questa pandemia possa spegnersi nel silenzio nella quale è maturata e tutti possiamo ritornare a vivere la nostra quotidianità nella libertà di figli di Dio.

Ed è proprio partendo da questo desiderio, che un gruppo di persone vicine e lontane della parrocchia di San Giuseppe, in Melito di Porto Salvo, hanno sentito la necessità ed il desiderio, di continuare ad incontrarsi per pregare, ricorrendo all’unico strumento che, in questo tempo di prova – anche se in maniera virtuale – può tenerci uniti: il web.
In una delle omelie da casa Santa Marta, riferendosi alle famiglie, papa Francesco ha esortato a «pregare con umiltà, senza la presunzione di sentirsi giusti». Per questa ragione, ci siamo chiesti, perché non raccogliere l’invito del Santo Padre, e aiutarci a «riscoprire la Pasqua nelle nostre Chiese domestiche» ossia nelle nostre stesse famiglie.

Così, nella parrocchia del comune del basso Jonio reggino - dove già da diversi anni, dal far del mattino fino a tarda sera ed il sabato l’intera notte - numerosi fedeli sono impegnati nel rendere lode a Dio con l’adorazione, la recita del Santo Rosario e la liturgia delle ore, non potendo più fisicamente recarsi in chiesa, si sono organizzati, creando un gruppo di preghiera online, utilizzando per ritrovarsi insieme uno dei tanti software per la comunicazione a distanza.

Ogni sera, ormai dal primo DPCM che imponeva di rimanere a casa, alle 21:15 parte la chiamata, quasi fosse l’ultimo rintocco delle campane parrocchiali, e quanti hanno aderito a questa preghiera comune, si ritrovano “virtualmente” a recitare – per come avveniva in chiesa – il Santo Rosario e la compieta.
Questo momento di orazione comune di sera in sera, non tanto legato al numero dei presenti in rete, quanto alla fedeltà del gesto posto in essere, sta aiutando ogni partecipante, sia esso singolo che a livello familiare, a sperimentare che non può essere certo un virus a negare la possibilità di rimanere uniti nel nome di Cristo.

A parte i momenti in streaming della parrocchia, per come organizzati e vissuti con il parroco don Gaetano Nalesso, che garantiscono a tutti i fedeli la possibilità di partecipare a distanza alla celebrazione liturgica domenicale a “porte chiuse”, questo tempo di preghiera, altro non è, che il desiderio di voler continuare a ringraziare Dio, cercando di sfruttare le potenzialità della rete internet, che mai come in questo momento, ci aiuta ad essere, non solo, in “comunione di preghiera” ma anche a sentirci una comunità in cammino.

#Io resto a casa, quindi, non può essere o rimanere, solo uno slogan, ma deve diventare, un’occasione per fare della vita vissuta tra le mura domestiche, un momento per metterci davanti a Dio, pregarLo e ringraziarLo, con la consapevolezza che tutti potremo ritornare a vivere le nostre parrocchie.

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