Eurostat: Europa, dal Covid 750mila abitanti in meno. Più di un quarto delle famiglie non può permettersi una vacanza
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Quattro anni fa le bare dei morti Covid a Bergamo. Immagini che hanno sconvolto un Paese Intero. La data del 18 marzo rimarrà per sempre impressa nella memoria collettiva. Una data istituzionalizzata, per non dimenticare il dramma legato alla pandemia.
Ci sono istantanee che marchiano un’epoca. La foto dei camion dell’esercito che la notte del 18 marzo 2020 portano via da una Bergamo silente e deserta decine di bare è stata però qualcosa di più tremendo. Non solo uno scatto storico, ma la dolorosa icona di una terra sommersa dalla marea del Covid-19.
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Fu un lampo che apparve sui social e rimbalzò su ogni smartphone, incidendo sui display i contorni della catastrofe in corso. Il cupo lamento dei motori strappò la coltre di silenzio che avvolge la via Borgo Palazzo deserta.
Trenta camion dell’esercito in ordinata fila percorsero lentamente il percorso che va dal cimitero al casello dell’autostrada. Trasportavano 65 bare che Bergamo non poteva più seppellire, che non riusciva più nemmeno a cremare. I militari le scortarono a Modena e Bologna, poi le ceneri torneranno dai loro cari. Fu l’unica processione funebre che la città si poté permettere. Dalla finestra la gente guardava, piangeva.
Le lacrime scendevano silenziose. Un dolore troppo forte stavolta che in poche ore si diffuse sui Social. La sofferenza di Bergamo divenne il simbolo del dolore di tutta l’Italia per quei feretri senza famiglia accompagnati davanti all’Altissimo. Sembra una vita fa, ma era solo il 2020.
Quella di oggi è un'occasione per non dimenticare la strage silenziosa di tutti coloro che durante la pandemia hanno sofferto, lontano dall'affetto dei propri cari.
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Un'occasione per ricordare, inoltre, le tante vittime che hanno combattuto in "trincea": sanitari, ma anche religiosi che hanno donato, sacrificandola, la propria vita per il bene del prossimo.
Per la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus” il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ha disposto l’esposizione a mezz’asta delle bandiere italiana ed europea.
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«È importante - afferma Mancuso - ricordare le innumerevoli persone falciate dalla tragedia pandemica, sapendo però che assieme al dovere civico della memoria, si ha anche la responsabilità di non abbassare la guardia».
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Pandemia, crisi economica e conflitto russo-ucraino. Il nuovo governo intervenga subito.
Si chiama “Prega per il mio caro” l’iniziativa voluta dalla Cei e dai frati di Assisi per ricordare le vittime della pandemia, in occasione della Festa del Patrono d’Italia.