Avvenire di Calabria

Al convegno è intervenuto anche l’ex ministro Treu: giorni per elaborare nuove strategie e progetti

Ac, dallo Stretto a Roma per capire il futuro del lavoro

Redazione Web

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Dal 1 al 3 marzo, presso il Collegio Spagnolo e la Domus Mariae, a Roma, il Settore Giovani Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, il Movimento lavoratori di Azione cattolica e la Gioventù operaia cristiana hanno unito le loro forze per offrire un’arricchente opportunità di riflessione e crescita, rappresentata dal Modulo formativo “Fondata sul lavoro”, sul tema “Giovani e Lavoro”. Le attività hanno preso il via sabato mattina, grazie alla presenza di illustri ospiti che hanno regalato il loro punto di vista ai tanti giovani presenti.

I lavori sono stati aperti da suor Alessandra Smerilli, economista, la quale ha offerto una riflessione sul tema “Il lavoro come dimensione fondamentale dell’esistenza umana”. Il lavoro, ha detto tra le altre cose la religiosa, è opera di partecipazione alla creazione di Dio, la quale non è compiuta definitivamente ma trae, continuamente linfa, dal contributo dell’uomo. Dopo l’intervento di suor Alessandra ha avuto luogo una tavola rotonda dal titolo “Una finestra sul mondo del lavoro”, che ha visto intervenire il professor Tiziano Treu, presidente del Cnel e già ministro del lavoro, Maurizio Sorcioni, direttore knowledge di Anpal Servizi e Sergio Gatti, Direttore Federcasse e vicepresidente del Comitato delle Settimane Sociali dei cattolici. Il professor Treu ha sottolineato le grandi trasformazioni del lavoro e, dunque, le ovvie implicazioni rispetto agli stili di vita. Siamo di fronte, infatti, ad un vero e proprio salto qualitativo che implica un cambiamento del senso del lavoro e del modo di pensare lo stesso. Sorcioni, attraverso dati statistici, ha affrontato il tema delle politiche attive del lavoro, rappresentando come questo sia centrale, soprattutto in un contesto europeo che ci chiede implementazione. Sergio Gatti, poi, partendo dai lavori della 48esima settima sociale di Cagliari, ha posto l’attenzione sulla necessità che il lavoro diventi libero, creativo, partecipativo e solidale e, riprendendo l’Instrumentum laboris dell’evento sardo, ha ribadito come il lavoro sia «degno quando rispetta la vita delle persone e dell’ambiente». È seguito un coinvolgente dibattito tra gli ospiti ed i partecipanti.

Nel pomeriggio i tanti giovani si sono cimentati con diversi workshop all’interno dei quali si è riflettuto, anche grazie ad un taglio pratico, sulle sfide dell’innovazione, della formazione, sulla conciliazione vita–lavoro e sulla creazione di nuove opportunità di impesa e lavoro. La serata, poi, si è svolta presso l’Auditorium Bachelet, con lo spettacolo delle Suore operaie della Santa Casa di Nazareth, religiose che facendosi “operaie tra gli operai” hanno la missione di evangelizzare il mondo del lavoro.

Domenica 3 marzo, dopo la celebrazione dell’eucaristia, i partecipanti hanno potuto fare tesoro della condivisione di diverse esperienze di giovani impegnati, che hanno fatto del lavoro lo strumento principe per l’evangelizzazione. Successivamente don Bruno Bignami, direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale sociale del lavoro, ha offerto riflettuto su come lavoro debba essere liberato dalle tante modalità che impediscono di vivere la buona novella del Vangelo. «Gesù – ha detto il Sacerdote – usa spessissimo l’esperienza del lavoro per raccontare qualcosa del Regno dei cieli». Così inteso il lavoro è, dunque, strumento mediante il quale si è immessi nella vita adulta e si diviene protagonisti della propria Storia.

Angelo Ventura, Carla Amaddeo e Valentina Curatola

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