Avvenire di Calabria

L’importanza di fare rete al centro della due giorni di incontro sulla cura della prevenzione dal titolo “Prendiamoci cura di noi”

Servizio tutela minori, l’impegno della Chiesa contro gli abusi: a giugno un convegno diocesano

La coordinatrice suor Maria Ausilia Chiellino: «mantenere alta l’attenzione, l’assenza di denuncia non vuol dire assenza del problema»

di Maria Ausilia Chiellino *

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L’impegno in difesa dei più piccoli, deboli, ultimi è una prerogativa tipicamente evangelica sempre attuale e, purtroppo, mai superata. I bambini vittime di pedofilia, pedocriminalità, pedofilia online e ogni forma di abuso, infatti, anche se spesso taciuta, è una piaga enorme e tra i delitti più efferati che sta uscendo sempre più allo scoperto. 


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A contribuire nella lotta contro ogni abuso, anche nella realtà ecclesiale, collaborano esperti sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista psicologico e sociale. In un contesto in cui la cultura della cura e della prevenzione sono sviluppate a macchia di leopardo, la risposta che, a livello capillare, emerge da ogni diocesi italiana, vede coinvolti anche noi come realtà dell’Italia meridionale.

Quando fare rete non è solo un’opportunità, ma un’urgenza

Chiamata a coordinare il Servizio diocesano tutela minori e persone fragili (Sdtm) della diocesi di Reggio Calabria, insieme alla Commissione che collabora in questo servizio ci siamo dati come impegno prioritario, di veicolare e promuovere l’informazione, la formazione e la prevenzione nei contesti parrocchiali, pastorali, scolastici e ricreativi a partire dalla nostra realtà ecclesiale, senza escludere la possibilità di contatti e confronti anche con le altre realtà associative non ecclesiali, così come la partecipazione a tavoli istituzionali civili del territorio, per costruire reti di solidarietà e di collaborazione nella lotta comune contro ogni tipo di abuso.


PER APPROFONDIRE: Infanzia violata, don Di Noto: «Amare non è abusare»


Se pensiamo che i risultati delle ultime rilevazioni territoriali indicano come luoghi di maggiore fragilità, dopo la famiglia, la scuola, gli oratori o parrocchie e le strutture sportive, ci rendiamo conto che fare rete non è solo una opportunità, ma un’urgenza. Siamo anche consapevoli che l’assenza di denuncia non vuol dire assenza del problema.

Verso il convegno diocesano del 26 e 27 giugno

Per dare risposta a ciò il prossimo 26 e 27 giugno saranno convocati tutti gli operatori pastorali, a partire dai laici maggiormente impegnati con i minori e le famiglie, e dai sacerdoti, in un convegno diocesano che ha come tema eloquente “Prendiamoci cura di noi” che avvii una cultura della cura e della prevenzione, anche nei nostri territori.

Accogliere, ascoltare, proteggere, prevenire, formare devono essere le parole chiave che guidano con sicurezza chi si prende cura delle vittime, perché trovino in loro punti di riferimento sicuri, per emergere dall’oblio e dal silenzio verso ogni fragilità.

Impegno condiviso a tutela dei minori e dei più fragili

La Chiesa italiana ha intrapreso un percorso di tutela di minori e adulti vulnerabili che negli ultimi tre anni ha visto costituire in tutto il territorio équipe di esperti, in grande maggioranza laici, a testimoniare il loro ruolo sempre più rilevante in questo servizio ecclesiale.


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La Comunità ecclesiale e sociale deve essere sempre più dedicata a proteggere con un impegno imprescindibile e costante i piccoli, gli amati dal Signore, perché la Chiesa, come dice Papa Francesco nel discorso del 7 marzo scorso alla Pontificia Commissione Tutela Minori «sia sempre e dappertutto un luogo dove ciascuno si possa sentire a casa e ogni persona sia ritenuta sacra».

* servizio Tutela minori diocesi Reggio Calabria

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