Avvenire di Calabria

Il coordinamento dei dipendenti Sacal dello scalo dello Stretto sollecitano un dibattito pubblico con istituzioni, sindacati e università

Aeroporto dello Stretto, i lavoratori chiedono certezze

L'appello: «Basta sprecare parole, si realizzino concretamente tutti gli interventi già previsti per rilanciare e dare dignità al "Tito Minniti"»

di Redazione Web

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L'Aeroporto dello Stretto rimane sempre al centro del dibattito cittadino a Reggio Calabria. Sono tante le voci che continuano a rincorrersi circa il suo auspicabile rilancio. Ma tra il dire e il fare, tante restano le voci, pochi gli atti concreti. O, almeno, questa sembra essere la percezione. Sullo sfondo i timori, più che legittimi, dei lavoratori di un scalo sempre più “deserto”. Preoccupazioni raccolta in una nota diffusa proprio nelle ultime ore ai mezzi di informazione locale.

Aeroporto dello Stretto, la nota del Coordinamento dei lavoratori Sacal

Ma cosa dice la nota a firma del Coordinamento lavoratori Sacal (la Società di gestione degli aeroporti calabresi, ndr) dell’Aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria?. Innanzitutto si parte da una constatazione: «Abbiamo letto in questi giorni argomentazioni a dir poco allucinanti che hanno ribaltato la realtà delle cose dell’aeroporto dello Stretto degli ultimi 15 anni. Non possiamo più consentire a nessuno di dimenticare – scrivono i dipendenti dell’aeroporto – che nello scalo di Reggio Calabria, dove certamente è necessaria la presenza di più voli, ci sono stati con il fallimento della Sogas circa 100 licenziamenti di cui nessuno ne parla più».


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Prosegue la nota: «Leggiamo persino che qualcuno, che non abbiamo incontrato mai in alcuna riunione con la Sacal o in aeroporto a Reggio Calabria, chiede al Presidente della Regione Calabria le dimissioni dell’attuale Amministratore unico Franchini. Sicuramente avrà dimenticato che prima di Franchini ci sono stati De Metrio (ottima buonuscita nessun risultato), De Felice (unico merito la proposta per la Città Metropolitana di entrare nella compagine sociale della Sacal, stranamente rifiutata), Colosimo (di lui non diciamo niente per amor di patria), verso i quali non ci sembra abbia mai avanzato alcuna critica».

L'appello: «Basta parole, servono i fatti»

Adesso - continuano - «non vorremmo pensare che chi propone la sostituzione di Franchini pensi a rimpiazzarlo con uno dei suoi predecessori che hanno, questo sì, ridotto lo scalo di Reggio a cenerentola degli scali calabresi, a meno che non sia lo stesso Richichi a voler ricoprire la carica di Presidente visto il ruolo avuto nel CdA della defunta Sogas! Tanto ormai ognuno pensa per sé e va a ruota libera, con l’unica eccezione dell’attuale assessore ai trasporti del comune di Reggio Calabria Mimmetto Battaglia che invece pensa che bisogna fare squadra per dare un futuro al Tito Minniti».


PER APPROFONDIRE: Aeroporto dello Stretto, la MetroCity “sposa” la gestione autonoma


La cosa sconvolgente, secondo il Coordinamento dei dipendenti Sogas di Reggio Calabria - è che «chiunque affronti il tema dell’aeroporto di Reggio Calabria dice che bisogna fare fatti e non parole. Fino ad oggi sono volate soltanto le parole. E invece noi che lavoriamo nello scalo reggino, che abbiamo subito sulla nostra pelle prima il fallimento e poi la cassa integrazione e il licenziamento, vogliamo affermare con forza la necessità di dare continuità all’attuale Direzione che è l’unica, dopo il disastro delle precedenti, per determinazione e strategia capace di dare una prospettiva importante all’aeroporto dello Stretto».

La proposta: «Un dibattito serio tra istituzioni, sindacati e università»

Da qui la conclusione e la proposta: «Siamo dell’avviso che invece di continuare a fare comunicati stampa che servono soltanto a qualcuno per fare campagna elettorale, a qualche altro per darsi un certo tono, e ad altri ancora per confondere i cittadini reggini, proponiamo che sull’aeroporto di Reggio Calabria si svolga un dibattito pubblico con le Istituzioni, i sindacati di categoria, la Sacal e l’università»

«Adesso - aggiungono - è necessario porre rimedio al fiume di parole e cominciare a costruire fatti che oggi per la prima volta dopo decenni pare possano essere realizzati per dare all’aeroporto dello Stretto dignità e futuro, anche perché dopo le nomine politiche degli anni passati, finalmente Franchini rappresenta un manager aeroportuale con capacità riconosciute e con l’esperienza necessaria».

«Da adesso in avanti dell’aeroporto di Reggio - concludono i lavoratori - si parli non per polemiche politiche ma per dare prospettiva allo scalo e dignità a chi ci lavora».

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