L’ultima domenica di gennaio si celebra la Giornata mondiale dei malati di lebbra, un grande appuntamento di solidarietà al quale offrono il loro contributo, tra le altre, diverse personalità come Capi di Stato e autorevoli ricercatori. In Italia l’iniziativa è promossa dall’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau - AIFO. L’Associazione, grazie al sostegno di centinaia di migliaia di italiani, ha contribuito alla cura di oltre un milione di malati di lebbra, destinando circa 150 milioni di Euro per lo sviluppo e la gestione di progetti socio sanitari nei paesi a basso reddito. Solidali in Italia, solidali nel mondo.
Da 60 anni lavoriamo al rafforzamento dei sistemi socio-sanitari dei paesi in cui operiamo perché crediamo e vogliamo dimostrare quanto sia importante un sistema sanitario vicino e territoriale. Desideriamo lavorare sulle cure intermedie, per riuscire a curare le persone il più vicino possibile al luogo dove abitano. Il COVID19 ci ha confermato che la battaglia contro le malattie non si vince unicamente negli Ospedali, ma soprattutto nel territorio; non in un paese, ma in tutto il mondo. In questo quadro lavoriamo non solo contro la lebbra, la pandemia, ma per rendere equa ed accessibile l’opportunità di cura offerta dalla Sanità Pubblica anche alla popolazione più fragile e svantaggiata in tutti i paesi.
Nella 68^ Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra vogliamo continuare a raccogliere fondi per progetti finalizzati a curare lebbra, malattie tropicali dimenticate e restituire il diritto alla salute alle persone più ai margini, rafforzando i sistemi sanitari dei paesi in cui lavoriamo.
“IL MIELE DELLA SOLIDARIETÀ” NELLE PIAZZE VIRTUALI D’ITALIA
Domenica 31 gennaio 2021 migliaia di volontari AIFO si attiveranno per offrire il “Miele della solidarietà e altri prodotti solidali” con modalità di vicinato e virtuali. Il ricavato finanzierà i progetti sanitari di AIFO nel mondo e alcune realtà in Italia. Sono circa 1.000 le piazze italiane che solitamente ospitavano la distribuzione dei prodotti solidali, quest’anno le piazze diventeranno anche virtuali e saranno occasione di raccolta fondi e di approfondimenti sul tema del diritto alla salute per tutti. Ognuno di noi, coinvolgendo un gruppo di persone del proprio territorio, può chiedere di essere registrato come piazza virtuale, l'impegno sarà quello di collegarsi via web in diretta con AIFO per seguire incontri di approfondimento sui temi e i progetti, una piazza simbolica dove conoscere e incontrare AIFO. Attraverso questa vita virtuale della GML desideriamo rafforzare i nostri rapporti e la rete delle persone che ci sostengono perché l'obiettivo è restare connessi con i progetti AIFO uniti per il diritto alla salute anche dopo le iniziative della GML.
L’AIFO è un’Organizzazione non Governativa (ONG) impegnata nel campo della Cooperazione SocioSanitaria Internazionale. Nasce a Bologna nel 1961, fondata da un gruppo di volontari e missionari comboniani ispirati dai messaggi di amore e giustizia di Raoul Follereau. Oggi aggrega come soci più di 600 volontari, di ogni estrazione sociale, politica o religiosa. Le diversità fra i soci sono viste come una risorsa, perché li rendono capaci di comprendere e di rivolgersi a tutti gli uomini. AIFO crede che ad ogni persona, soprattutto se emarginata, debba essere restituita la dignità e che le relazioni sociali debbano essere basate sull’equità. Che si debba porre al centro del processo la persona cui è rivolta l’azione, la quale diventa protagonista di tutte le decisioni che la riguardano. Che si debba assumere il modello partecipativo e comunitario fondato sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla gestione decentrata delle azioni progettuali.
52 PROGETTI promossi e gestiti nel corso del 2019 in 12 Paesi a basso reddito. 326.112 i beneficiari diretti. Gli obiettivi dei nostri interventi sono: #Facilitare l’accesso ai centri di trattamento e formare il personale locale per garantire una terapia di qualità. #Diagnosticare precocemente i casi e favorire il controllo dei contatti domiciliari per arrestare la trasmissione della malattia; #Realizzare attività di prevenzione delle disabilità; #Sviluppare programmi di riabilitazione fisica e sociale per favorire l’inclusione sociale e promuovere i diritti delle persone emarginate (con o senza disabilità); #Informare la popolazione sui sintomi precoci della malattia. #InItalia AIFO è impegnata in percorsi di educazione alla pace e alla cittadinanza attiva e in azioni che favoriscano l’inclusione sociale in collaborazione con scuole, Istituzioni pubbliche e associazioni adeguando la propria visione programmatica sulla base degli obiettivi per lo sviluppo globale sostenibile previsti dall’Agenda 2030.
RAOUL FOLLEREAU fu uno scrittore, poeta e giornalista francese (Nevers 1903- Parigi 1977), ha ispirato con i suoi discorsi AIFO e molte altre associazioni, soprattutto in Europa e in Africa. Nel 1936 incontra per la prima volta i malati di lebbra e scopre, attraverso di loro, il mondo della povertà e del pregiudizio sociale nei confronti della lebbra che condanna i malati alla solitudine e all’emarginazione. Da quel momento dedica la sua vita alla lotta contro la lebbra e contro tutte “le lebbre”, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia. Nel 1954 istituì la Giornata mondiale dei malati di lebbra, che inseriva la lotta alla lebbra in un impegno più ampio contro ogni forma di emarginazione e di ingiustizia. Il suo impegno per la Pace è stato instancabile e costante e ha ispirato migliaia di persone in tutto il mondo.
La LEBBRA è una malattia contagiosa che provoca danni progressivi e permanenti ai nervi, alla cute, agli arti e agli occhi, diffusa essenzialmente in quella che viene definita la cintura della povertà, un’area geografica in cui vivono un miliardo e 300 milioni di persone, con meno di un euro al giorno. Nel mondo ogni anno si diagnosticano circa 200.000 nuovi casi (1 nuovo caso ogni 2 minuti), soprattutto in India e Brasile, due dei paesi più colpiti dal COVID19. Inoltre si stima che nel mondo vi siano più di tre milioni di persone, che nonostante siano state curate, presentano disabilità gravi e permanenti causate dalla lebbra e richiedono cure quotidiane oltre ad un supporto nell’inclusione sociale. Continua ad approfondire www.aifo.it