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La presenza ancora insistente e dannosa di amianto tra le strade, i palazzi e le abitazioni di diverse città e paesi, fa alzare di anno in anno il livello d’allerta in tutto il Paese. A ciò si aggiungono le sofferenze che tante famiglie si trovano costrette ad affrontare in seguito all’insorgere di patologie dopo una prolungata esposizione all’amianto di propri conoscenti, amici, parenti. Una problematica ambientale e sociale che la Calabria conosce bene, e che è da sempre sotto lo sguardo vigile e attento ad ogni tipo di segnalazione dell’Ona (Osservatorio nazionale amianto). Insieme a Massimo Alampi, responsabile Ona Reggio Calabria, abbiamo approfondito alcuni aspetti ad oggi poco chiari riferiti ad alcuni provvedimenti in fase di stallo. Non si può non parlare, infatti, del bando stanziato a inizio anno dalla Regione Calabria per accedere ai fondi destinati alla bonifica e allo smaltimento dell’amianto ancora purtroppo presente negli immobili pubblici. Non risulta che il Comune di Regigo Calabria abbia aderito a questo provvedimento, lasciando così aperti diversi scenari di interpretazione. Non riuscendo a definire al meglio le possibili motivazioni che hanno portato a questa rinuncia, l’Ona vuole chiarezza sulla situazione, e lo fa depositando presso i vertici amministrativi un’istanza di accesso agli atti, al fine di capire cosa si poteva fare, cosa non si è fatto e cosa si potrebbe ancora mettere in atto. L’emergenza amianto in Calabria è fortemente sentita tra la popolazione, ma soprattutto tra chi è vittima delle conseguenze sulla propria salute. Tante le risposte inattese riferite al suddetto bando, per cui si attendono chiarimenti da parte dell’amministrazione comunale; proprio per questo, riportiamo anche le dichiarazioni dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona onlus nazionale e componente della commissione amianto del Ministro Sergio Costa, presso il ministero dell’ambiente: «Il modus operandi in forza del quale si sono persi i contributi per la bonifica è “censurabile”. L’Ona auspica che per il futuro ci sia una maggiore attenzione a questi temi, anche una maggiore efficienza nell’utilizzare i finanziamenti pubblici o le risorse che possono essere attinte dal pubblico per la bonifica e messa in sicurezza di tutti i siti». Constatando ciò, per Massimo Alampi, l’arma che si ha disposizione nella battaglia al minerale nocivo è la prevenzione primaria, ossia la bonifica. «L’unico amianto che non fa male è quello che non respiriamo e non ingeriamo», afferma.
Una condizione di fatto esistente, però, per cui secondo l’Ona di Reggio Calabria è di vitale importanza attuare la sorveglianza sanitaria sugli ex esposti per motivi professionali ai sensi del “Prac” a cura delle Asp e intimare alle aziende, laddove fosse necessario, il rilascio degli elenchi degli operai in quiescenza (niente elenco, niente sorveglianza sanitaria). «Auspico – chiosa Alampi – che si vada oltre e si attivi uno screening anche per popolazione nei quartieri ad alto rischio, anche se la legge non lo prevede».

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