Domenica prossima, 12 giugno, si voterà in Italia per i Referendum abrogativi e le elezioni amministrative. Si tratta di un impegno che coinvolgerà, nel dettaglio, ben 75 comuni sul territorio calabrese.
Il 12 giugno si vota per Referendum e amministrative in Calabria
Sono 75 i comuni calabresi chiamati il prossimo 12 giugno all’elezione del sindaco e al rinnovo del Consiglio comunale. Nella stessa data tutti i cittadini potranno esprimersi sui quesiti referendari. Il più importante é Catanzaro, con i suoi oltre 89 mila abitanti, unico capoluogo di provincia in cui si andrà alle urne. Seguono Acri (21.458 abitanti), Palmi (18.721) e Paola (16.416).
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Tra i centri più popolosi in cui si voterà ci sono, inoltre, Bagnara Calabra, che ha 10.622 abitanti, e Pizzo, che ne ha 8.885. Passando in rassegna le sfide principali, a Catanzaro la sfida per lo scranno da primo cittadino è tra sei contendenti: Nino Campo espressione di liste civiche; Francesco Di Lieto appoggiato da Rifondazione comunista, Potere al popolo e dalla sinistra radicale; Valerio Donato appoggiato da liste civiche, Forza Italia, Lega, Italia Viva e Udc; Wanda Ferro candidata per FdI; Nicola Fiorita sostenuto da Pd, Movimento 5 stelle, liste civiche; Antonello Talerico sostenuto da liste civiche.
Nel reggino, a Palmi ci sono tre candidati alla fascia tricolore: l’uscente Giuseppe Ranuccio, il suo predecessore Giovanni Barone e l’outsider Pino Ippolito. Bagarre elettorale anche a Villa San Giovanni; saranno della partita Giusy Caminiti (centrosinistra), Marco Santoro (centrodestra) e Demetrio Bueti (lista civiche). Si torna a votare anche a San Lorenzo: a fronteggiarsi saranno Giuseppe Minnella (Fiamma Tricolore) e Giuseppe Floccari (Progetto Comune).
Infine, a Motta San Giovanni, l’unico limite per il quarto mandato di Giovanni Verduci è il superamento del quorum essendo l’uscente l’unico candidato per Palazzo Alecce.
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Parlando di referendum si tratta di cinque quesiti abrogativi: separazione delle carriere (tra giudici e pm), custodia cautelare durante le indagini, legge Severino sull’incandidabilità dopo la condanna, pagelle ai magistrati e Riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm).
Si rammenta che essendo referendum abrogativi se si appone un segno sul Sì si desidera che la norma sottoposta a Referendum sia abrogata; viceversa se si appone un segno sul No si desidera che la norma sottoposta a Referendum resti in vigore. Per la validità della consultazione referendaria è necessario però che si rechino alle urne metà degli aventi diritti al voto più uno (il famigerato quorum e vero scoglio per i proponenti).