Avvenire di Calabria

L'atleta paralimpica, medaglia d'argento a Tokyo 2020, si racconta tra cadute, spiritualità e l'abbraccio con la sua comunità

Anna Barbaro: «Senza la fede non avrei vinto la medaglia»

Tra i prossimi obiettivi ci sono i mondiali di disciplina a novembre. Ma prima Anna vuole ricaricarsi assieme ai suoi affetti più cari

di Federico Minniti

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Anna Barbaro: «Senza la fede non avrei vinto la medaglia». Vi proponiamo un estratto dell'intervista alla campionessa olimpica reggina che uscirà integralmente sul prossimo numero di Avvenire di Calabria in edicola domenica 12 settembre.

Anna Barbaro: «Senza la fede non avrei vinto la medaglia»

È rientrata da pochi giorni a casa, Anna Barbaro. La medaglia olimpica nel triathlon alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 si è subito rituffata nella sua quotidianità tra famiglia, lavoro e passeggiate con l’immancabile cane-guida. Dopo la vittoria nipponica, il suo telefono squilla in continuazione. Ma, per chi la conosce da tanto tempo, Anna è rimasta sempre la stessa, disponibile a raccontarsi senza riserve. Così come si è cimentata nella sfida sportiva con tutta se stessa.


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«La fede è la base di questa medaglia» ci ha detto durante l'intervista. «Non so, se senza la mia fede, tutte le volte in cui sono caduta sarei riuscita a rialzarmi. Per questo motivo, rientrando in Italia, mi sono prefissata tre “viaggi” da fare con la medaglia al collo. Il primo è stato recarmi a Piazza San Pietro, poi alla Cittadella dell’Immacolata a Bagnara calabra e, a fine settembre, andare ad Assisi. Lì sarà come portarla a casa. Si tratta di luoghi fondamentali - ha spiegato Anna Barbaro - nel mio percorso che mi hanno aiutato a reagire sia dieci anni fa che, di recente, quando sorti alcuni problemi durante le qualificazioni».


PER APPROFONDIRE: Anna Barbaro, la terziaria francescana a Tokyo sfida i pregiudizi


Spazio anche alle emozioni del sue ritorno a casa: «Non possono nascondere che sono contentissima di aver condiviso la vittoria con la mia comunità di appartenenza. E di averlo fatto tra la gente senza inutili passerelle».

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