Avvenire di Calabria

Il bilancio sulle attività svolte e i temi affrontati nel corso dell'ultimo campo estivo

Azione cattolica, il Grest adulti e la sfida di “crescere”

di Redazione web

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Si è svolto il 2, 3 e 4 Luglio scorso presso i locali della chiesa di Santa Maria della Neve in Riparo a Cannavò il Grest “In ogni seme un sogno. Il prezioso talento di riconoscere Dio nelle piccole cose: custodire e coltivare”, l'esperienza estiva di Campo non residenziale rivolta ai soci e simpatizzanti Adulti e Giovani Adulti di Azione Cattolica e alle loro famiglie.

Tre giorni intensi di spiritualità, confronto, condivisione e aggregazione animati dall’èquipe diocesana adulti e dall’ Assistente don Nino Russo.


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Bene comune, cura del creato, responsabilità, impegno, radici e farsi ombra queste le parole che hanno guidato il percorso di approfondimento di laici “adulti” con la voglia di misurarsi con le nuove sfide di questo tempo che la pandemia ha consegnato alla Chiesa e alla Città.

Ad aprire lavori il Vescovo Mons. Fortunato Morrone che ha richiamato i più di cento soci provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi alla vocazione di custodire e coltivare.

Gli adulti dell'Azione cattolica e la sfida a "custodire"

Custodire la comunione in quanto adulti chiamati ad essere parte integrante del cammino ecclesiale, garanti di quel “sentire comune” che è “sentire con la Chiesa” e in questa comunità maturare la consapevolezza di essere chiamati a custodire i ragazzi, i giovani e gli altri adulti che ci vengono affidati dall’associazione e di quelli che frequentano la nostra comunità o abitano i nostri territori, di quelli che vivono situazioni di fragilità o che si sentono lontani dai nostri percorsi.

L'invito a "coltivare" le giovani generazioni

Il richiamo forte è rivolto ad adulti di Azione cattolica che maturando la consapevolezza di essere custodi di un giardino in cui nel tempo tante belle speranze sono cresciute e sono pronte a portare frutti. Si sentono intimamente provocati ad assumersi la responsabilità di coltivare attraverso il bagaglio di fede ed esperienza le giovani generazioni che cercano – anche quando esternano il contrario - figure significative di riferimento. Forti le parole di Monsignor Fortunato che ha chiesto di fuggire la tentazione di voler “bloccare il tempo per non diventare mai adulti allungando la giovinezza fino all’esasperazione” perché – ha proseguito il Vescovo – “Se noi non siamo realmente adulti, i giovani dove andranno?”.

Un’assunzione di responsabilità che in un tempo in cui la pandemia ha rallentato la presenza fisica nelle parrocchie, ci chiede di coltivare novità. Non è stato un tempo sospeso quello dell’anno appena trascorso: è stato un tempo che ha generato nuovi modi per intessere le relazioni. E’ stato un tempo di verifica e riflessione alla ricerca di nuove prospettive, nuove mete.

L’Azione Cattolica ha nel suo dna la cura educativa e si impegna a formare adulti nella fede capaci di custodire e attenzionare le nuove generazioni, gli spunti di questi tre giorni hanno lasciato una domanda: quando è che si diventa adulti?

Una domanda che può trovare una risposta solo se ci si decide a collaborare all’opera creativa di Dio – ha concluso Mons. Morrone –perché la terra è sua, il germoglio è suo, il seme è suo, a noi chiede, sulla Sua Parola, di scommettere sul seme che diventerà un albero.

Si diventa adulti quando si hanno i piedi piantati in questa storia, quando tanti possono trovare sollievo, ristoro, incoraggiamento fra i rami della testimonianza.

Si diventa adulti quando si è capaci di farsi ombra senza fare ombra, quando si è disposti a perdere qualcosa di sé stessi per generare vita in altri, per accompagnare e sostenere chi viene dopo di noi.

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