Avvenire di Calabria

L'analisi di padre Pasquale Triulcio: «La storia racconterà tutto ciò che dobbiamo a questo Papa»

Benedetto XVI e l’eco sugli abusi, una riflessione storico-ecclesiale

Alcuni echi nella stampa circa il rapporto sugli abusi nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga

di Pasquale Triulcio *

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Benedetto XVI e l'eco sugli abusi, una riflessione storico-ecclesiale. L'analisi di padre Pasquale Triulcio: «La storia racconterà tutto ciò che dobbiamo a questo Papa». Alcuni echi nella stampa della Lettera del Papa emerito Benedetto XVI circa il rapporto sugli abusi nell’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga

Benedetto XVI e l'eco sugli abusi, una riflessione storico-ecclesiale

Era il febbraio 2013, quando giovanissimo docente di Storia della Chiesa, condivisi con gli studenti un’intervista di Roberto I. Zanini a Franco Cardini, apparsa su Avvenire del 12 di quel mese all’indomani della notizia delle dimissioni di Benedetto XVI comunicate poco prima. Il titolo era «Non ci fu soltanto Celestino V».

Lo storico toscano concludeva: «Le libere dimissioni di papa Benedetto aprono ora nuovi scenari». Febbraio 2022, tra i nuovi “scenari” probabilmente la prova più dura per Benedetto XVI. La Sala Stampa Vaticana nei giorni scorsi ha diffuso una Lettera firmata dal Papa emerito. La risposta di Benedetto XVI a chi gli chiedeva di esprimersi dopo l’accusa d’aver coperto tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta sacerdoti abusatori sessuali è dunque arrivata. Benedetto XVI parla, dopo aver meditato “in questi giorni di esame di coscienza”, rammenta che “ben presto” si troverà “di fronte al giudice ultimo” della sua vita, pronto ad “attraversare con fiducia la porta oscura della morte”.


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Egli rimanda al Vangelo, scrive di comprendere “il ribrezzo e la paura che sperimentò Cristo sul Monte degli Ulivi quando vide tutto quanto di terribile avrebbe dovuto superare interiormente”. Una lettera scritta da un uomo di quasi novantacinque anni che sente avvicinarsi il giorno in cui, attraversata “la porta oscura della morte” – così l’ha chiamata lui stesso – vedrà Dio “faccia a faccia”. Alla Verità, Benedetto ha affidato la sua difesa: il Signore “in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito)”. (cfr. Il Foglio, 8 febbraio 2022).

Nel corso di una trasmissione televisiva il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons Georg Bätzing, ha detto: “Benedetto XVI deve pronunciarsi, non tener conto di quello che dicono i suoi consulenti. Deve dire la semplice frase ‘ho delle colpe, ho fatto degli errori, prego che chi è rimasto coinvolto di perdonarmi”. Il principale punto critico, che tanto ha smosso la stampa internazionale, è la vicenda di padre Peter Hullermann, spostato da Essen a Monaco nel 1980 per essere affidato a buoni psichiatri. Nella memoria difensiva consegnata allo studio legale che ha lavorato al dossier, Benedetto XVI negava di aver partecipato alla riunione in cui si discusse la vicenda, salvo poi correggersi e ammettere che effettivamente aveva partecipato (quarantadue anni fa) a quell’incontro.

Scuse su cui in Germania hanno sorvolato, a cominciare proprio da mons. Bätzing, che – come sottolineato dal vescovo di Passau, mons. Stefan Oster – con tutta evidenza non ha letto la biografia del Papa emerito scritta da Peter Seewald. Perché lì è tutto documentato (cfr. Il Foglio, 2 febbraio 2022). Tutti ricordano che nel 2020 era uscita in Germania una biografia su Joseph Ratzinger, con il titolo Benedikt XVI: Ein Leben (Benedetto XVI: Una vita). Il volume, era stato scritto dal giornalista Peter Seewald, già noto per aver realizzato diversi libri-intervista con l’allora cardinale Ratzinger, poi con papa Benedetto XVI e infine anche con il papa emerito, nel 2016 (Le ultime conversazioni).

Si tratta di un volume che funge da “testamento” da parte di Ratzinger, che – con il suo noto acume intellettuale e teologico – va ad analizzare diversi temi “caldi” della modernità, inserendoli all’interno di una cornice spirituale più ampia: «La società moderna», afferma infatti Benedetto «sta formulando una fede anticristica, cui non ci si può opporre senza essere puniti con la scomunica sociale».

La biografia era anche l’occasione per Benedetto XVI per contraddire indirettamente quanti lo accusavano di essere un “papa ombra”: «Il sospetto che io mi immischi regolarmente in pubblici dibattiti è una distorsione maligna della realtà», afferma infatti Ratzinger, che precisa di essere sempre stato attento a non interferire con le proprie affermazioni con il pontificato di Bergoglio. «Come sapete», continua, «l’amicizia personale con papa Francesco non solo è rimasta, ma è cresciuta». Non ha tentennamenti Seewald nel dare – rispondendo a un’intervista al Die Tagespost – un giudizio più che positivo sul pontificato di papa Benedetto XVI, che nei suoi otto anni alla guida della Chiesa ha «affrontato il rinnovamento della fede di fronte a un declino senza precedenti del cristianesimo».


PER APPROFONDIRE: Abusi in Francia, Papa Francesco: «È il momento della vergogna»


Naturalmente, ridurre tutto al solo periodo del papato sarebbe riduttivo e non renderebbe merito all’apporto dato da Ratzinger nella storia ecclesiastica e teologica dell’ultimo cinquantennio, peraltro segnata da cambiamenti epocali: da professore, da partecipante al Concilio Vaticano II, da braccio destro di Giovanni Paolo II e poi da papa emerito (cfr., Il Timone, 6 maggio 2020).

Nell’intervista trasmessa nei giorni scorsi nell'edizione delle 20.00 del Tg1, il segretario particolare del Papa emerito ha risposto alle critiche della stampa tedesca alla lettera di Benedetto XVI. «[…] “È arrivata a Benedetto XVI una bellissima lettera di papa Francesco, una lettera in cui parla da pastore, parla da confratello e parla anche da persona che di nuovo ha espresso la sua piena fiducia, il suo pieno sostegno e anche la sua preghiera. […] Chi legge la lettera in modo sincero, quel modo in cui è stata scritta la lettera, non può condividere queste critiche o queste accuse. Chiede il perdono a tutte le vittime degli abusi”, ha affermato. Gaenswein ha ricordato che “in occasione della Via Crucis del 2005 papa Giovanni Paolo II ha chiesto al cardinal Ratzinger di scrivere le meditazioni, è la famosa stazione in cui lui parla dello sporco all'interno della Chiesa. Allora ci sono passi, ci sono documenti, ci sono prove che il cardinale Ratzinger, papa Benedetto, ha fatto tanto, tanto, tanto in questo ambito delicato per portare avanti una pulizia interna in modo adatto”» (cfr. Avvenire, 9 febbraio 2022).

Concludiamo, condividendo la testimonianza dell’abbé Pierre-Hervé Grosjean, giovane parroco nella Francia secolarizzata che vive l’essere minoranza quotidianamente. Egli ha scritto che: “la lettera di Benedetto XVI è molto commovente da leggere. Parole di un Papa, di un cristiano, di un uomo nel crepuscolo della sua vita. La storia racconterà tutto ciò che dobbiamo a questo Papa, umile e mite fino alla fine, e soprattutto cooperatore della verità, come ha dimostrato”.


* Docente di Storia della Chiesa ISSR-IT

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