Avvenire di Calabria

L'omelia del presidente della Conferenza episcopale calabra

Bertolone: «Le diversità sono fonte di ricchezza»

Redazione Web

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«Bisogna somigliarsi un po’ per comprendersi, ma bisogna essere un po’ differenti per amarsi. I versi del poeta Paul Géraldy sono il miglior commento alla storia di Poodle, gattino che nessuno voleva adottare perché strabico. Il micio, con i suoi fratelli Noodle, Doodle e Oodle, subito dopo la nascita era stato proposto per l’adozione ai cittadini di Raleigh, nel North Carolina. I fratelli di Poodle avevano trovato subito una casa accogliente, non lui, perché non piacevano i suoi occhi incrociati. E ciò fino a quando un giovane del luogo, commosso dalla vicenda, non ha accettato di prendersene cura. Un lieto fine per un racconto che pare quasi una fiaba ed è, invece, l’ennesima dimostrazione del difficile rapporto dell’umanità con i diversi, fonte di diffidenza, se non addirittura di intolleranza». Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale calabra monsignor Vincenzo Bertolone nella sua omelia domenicale, nella quale ha rimarcato il tema dell'accettazione delle differenze e della tolleranza. «"Sono vissuto abbastanza per vedere che differenza genera l’odio", scriveva il romanziere Stendhal per mettere in risalto quanto forte sia la paura dell’altro, diverso da sé per usi e costumi, cultura e religione o magari solo per il fisico - ha proseguito il presule - Insomma, non si è mai capaci di creare un orizzonte in cui localizzare le differenze. Eppure, la diversità è essenziale per la credibilità dell’umanità. Alla base dell’imperialismo immaginato con la costruzione di Babilonia vi era l’imposizione a tutti d’una sola lingua, di un’unica cultura e concezione di vita: prospettiva illogica e aberrante». «Sottolineava il filosofo Karl Popper - ha citato  Bertolone - "Non si deve credere all’opinione diffusa che, allo scopo di rendere feconda una discussione, coloro che vi partecipano debbano avere molto in comune. Anzi, più diverso è il loro retroterra, più feconda sarà la discussione. Non c’è nemmeno bisogno di un linguaggio comune per iniziare: se non ci fosse stata la torre di Babele, avremmo dovuto costruirne una"».
«Dunque - ha concluso il presule - al disprezzo dell’altro meglio preferire la ricchezza dei colori del prisma di culture ed etnie: Dio ha fatto gli uomini e le donne con lo stesso conio, ma diversamente dalle monete, tutte uguali, le creature umane sono tra loro diverse: unica è la dignità, infinita la pluralità di volti, anime, pensieri. In altri termini: la mancanza di differenze si traduce in omologazione, mentre la mania dell’identità a tutti i costi genera fondamentalismi, razzismo e xenofobia. Donde, a mo’ di corollario (risalente agli antichi maestri Chassidim): in ogni uomo (e donna) c’è qualcosa di prezioso non riscontrabile nei propri simili. Ecco perché bisogna rispettare ognuno secondo le virtù che solo lui e nessuno altro possiede. "Abbiamo paura delle diversità – ci ricorda papa Francesco - perché andare all’incontro di una persona che ha una diversità grande è una sfida e ogni sfida ci dà paura: è più comodo non muoverci, ignorare le diversità, dire che tutti siamo uguali e se qualcuno è diverso lasciarlo da parte. Ed è vero che ci sono diversità che sono dolorose, ma anche quelle diversità ci aiutano, ci sfidano e ci arricchiscono. Per questo mai avere para delle diversità. È la strada per migliorare, per essere più belli e più ricchi"».

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