Avvenire di Calabria

In occasione della stagione estiva Trenitalia ed Alitalia non concedono sconti alla voglia di mare

Calabria, la regione in cui arrivare costa troppo tempo e denaro

Da Milano a Reggio si viaggia su settecento euro a persona

Federico Minniti

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Parafrasando uno spot promozionale della Regione di qualche anno fa “Gira che ti rigira” la Calabria rimane sempre uguale. Selvaggiamente bella, selvaggiamente deturpata. Perché, “gira che ti rigira” arrivare in una regione che non nasconde la sua vocazione turistica è sempre più un’impresa. Seppure la famigerata A3 sembra – ed è bene ribadirlo sembra – essere agli sgoccioli, il sistema dei trasporti, soprattutto quello a lunga percorrenza, fa acqua da tutte le parti. E qualche deputato regionale dall’Astronave di Palazzo Campanella si è lanciato in un laconico e grottesco commento: “Qui gli unici turisti che arrivano con frequenza, sono gli immigrati”. Non fa di certo scalpore la situazione in cui versano gli scali aeroportuali calabresi, con l’eccezione (che conferma la regola) dell’Internazionale di Lamezia Terme. Cifre da capogiro con importi che rendono limpida l’idea di desistere dal raggiungere la punta dello Stivale: stiamo parlando di settecento euro a cranio per un volo da Milano Linate al “Tito Minniti”. La politica aziendale di Alitalia non concede sconti, soprattutto in vista della stagione balneare. Nel frattempo alla So.G.A.S., la Società di Gestione dello scalo, a cui ENAC ha tolto persino la gestione parziale dell’aerostazione, si discute di esuberi (una ventina) e di bilanci continuamente in rosso. Vale la pena sottolineare come dei settecento euro a persona citati precedentemente, solo pochi spiccioli “rimangono” alla stessa So.G.A.S., perché Alitalia all’Aeroporto dello Stretto si autoproduce i servizi di handling ed assistenza passeggeri e bagagli. Ma se Atena piange, Sparta certamente non ride. Disastrosa è la situazione che caratterizza la rete viaria, cosiddetta, ferrata. In questo caso il problema assume una doppia connotazione: la mobilità interna, sulla quale si sta aggrovigliando il Piano Regionale dei Trasporti, e quella da e verso la Calabria. L’Alta Velocità è un’utopia e le “Frecce” scoccate dai principali centri del Paese arrivano, a malapena, a Salerno. Il risultato è un dispendio di tempo davvero spropositato, soprattutto, per il vero grande turismo della nostra Regione, ossia i calabresi di ritorno che puntualmente con le loro ferie, dal Nord Italia si trovano costretti a ripercorrere tutto lo Stivale fino a giungere nella terra natia. Costi e tempi da far invidia a traversate oceaniche che invece – inutile negarlo – posizionano la Calabria turistica lontana anni-luce dalle altre mete, forse meno ambite ed affascinanti, ma certamente molto più raggiungibili. Fattor comune è la negligenza di una classe dirigente che strombazza alle colpe. Sempre altrui, ovviamente.

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