
Tornare all’amore che libera, non che possiede
Nel tempo dei femminicidi e delle relazioni deformate, il richiamo alla differenza tra patriarcato e paternità
Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza del gruppo di volontarie che ha preso parte al progetto:
“Via libera… Scatenati!” è il titolo del progetto che abbiamo vissuto con le donne del carcere di Reggio Calabria dal 18 al 22 giugno, un viaggio tra le emozioni positive e negative che ciascuno vive nella propria quotidianità.
Insieme a suor Pasqualina, noi postulanti francescane alcantarine, abbiamo accolto con entusiasmo l’invito delle nostre sorelle presenti nella comunità di Archi a incontrare le donne, incontro che abbiamo tanto atteso e preparato con cura.
Attraverso laboratori, musica, balli, giochi e condivisioni, abbiamo potuto addentrarci insieme in un cammino di conoscenza di noi stesse e delle nostre emozioni: solitudine e fiducia, tristezza e gioia, rabbia e perdono, disgusto e bellezza, paura e speranza ci hanno fatto scoprire di essere tutte donne libere, capaci di fiorire. Come immagine del percorso fatto insieme, infatti, abbiamo scelto un albero che, giorno dopo giorno, è cresciuto dalle radici, si è fortificato nel tronco, è germogliato nella chioma e nei frutti, infine è stato abitato da farfalle colorate, simbolo della libertà che ciascuna può vivere là dove si trova.
Sono stati giorni preziosi, che ci hanno fatto gustare la bellezza e la delicatezza di un incontro vero e fecondo tra donne, ricordandoci l’una all’altra l’importanza di alzare lo sguardo verso l’Alto e verso l’altro.
Con cuore grato, ringraziamo le donne che si sono fidate e sono state con noi, la dottoressa Maria Carmela Longo, il dottor Emilio Campolo e tutti gli assistenti che hanno reso possibile tutto questo.
Suor Pasqualina, Anna Linda, Claudia, Federica, Giulia, Marina, Sabrina, Valeria
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