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L’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova intraprende nuovi percorsi per una pastorale sensibile alle diversità di ciascuno. L’Ufficio catechistico ha istituito un settore per aiutare a superare la logica dello scarto e dare valore a ciascun battezzato.
Abbattere i pregiudizi che anche nelle comunità ecclesiali possono incunearsi, «eliminare qualsiasi arbitraria distinzione e permettere in maniera piena la partecipazione di ciascun battezzato alla vita della Chiesa».
Il cambio di mentalità chiesto in più occasioni da papa Francesco viene fatto proprio dalla Chiesa reggina. La parola d’ordine è «includere», perché - come afferma il Santo Padre - «le diverse abilità di ciascuno possono offrire ricchezza e vantaggio al benessere di tutti».
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All’interno dell’Ufficio catechistico, che l’arcivescovo Morrone ha affidato da qualche mese alla guida di don Stefano Ripepi, è nato un settore che si interessa della catechesi «con» e «per» persone disabili.
Incaricata la dottoressa Elena Sgrò, questo settore «riveste un’importanza ed una delicatezza estrema ed indica un segno di maturità umana e cristiana delle nostre comunità nella prospettiva dell’inclusione, dell’integrazione e dell’impegno nel superamento della logica dello scarto, dei pregiudizi e dell’affermarsi della mentalità della valorizzazione dei più fragili». Lo evidenzia don Antonio Bacciarelli, vicario episcopale per l’Evangelizzazione, in una lettera inviata lo scorso fine settimana a tutti i presbiteri della diocesi.
Bacciarelli ha annunciato anche un imminente corso di formazione online su “Catechesi e disabilità” rivolto agli operatori pastorali. Anche questo, sottolinea, «segno di maturità» per l’avvio di percorsi per una pastorale davvero a portata di tutti, in cui ciascuno si senta protagonista nei vari momenti di vita comunitaria.
«L’urgenza di un intervento nella cura pastorale, la preziosità della formazione, l’impegno nella sensibilizzazione» sono, del resto, concetti ribaditi dall’arcivescovo Morrone nel messaggio rivolto alla comunità diocesana, allegato alla lettera di don Bacciarelli.
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Messaggio in cui il presule pitagorico invita ad una maggiore sensibilità che, sullo stile già richiamato da papa Francesco, impegni «la nostra Chiesa diocesana (sacerdoti, seminaristi, religiosi, catechisti e operatori pastorali)» ad effettuare «una formazione ordinaria alla relazione con la disabilità e all’uso di strumenti pastorali inclusivi».
Da qui l’invito dell’arcivescovo a riservare una «speciale attenzione» alle persone con disabilità «che non hanno ancora ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana».
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Per monsignor Fortunato Morrone, «la grazia di cui essi sono portatori non può essere preclusa ad alcuno. In questa via anche la presenza di persone con disabilità tra i catechisti, secondo le loro proprie capacità, rappresenta una risorsa per la comunità. In tal senso, è da favorire la loro formazione, perché possano acquisire una preparazione più avanzata anche in campo teologico e catechetico», conclude il vescovo.
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