Nel Seminario Pio XI, solenne liturgia in occasione dell'importante ricorrenza preceduta dai pellegrinaggio delle zone pastorali
Celebrazione dei 25 Anni dall’Incoronazione della Madre del Fiat: una festa di fede, vocazione e comunità
Celebrato anche il quarto anniversario dell'ordinazione episcopale dell'arcivescovo Morrone e l'accolitato del seminarista Francesco Vadalà
di Redazione Web
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In un clima di intensa spiritualità e comunione ecclesiale si è svolta, il 5 giugno 2025, la festa della Madre del Fiat, nel venticinquesimo anniversario della sua incoronazione. La celebrazione si è tenuta presso il Seminario Arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria, luogo fondamentale per la vita della Chiesa locale e culla delle vocazioni sacerdotali.
La preparazione alla festa ha avuto un respiro diocesano, articolandosi in un percorso di undici celebrazioni vissute dalle diverse zone pastorali, presiedute dai Vicari zonali e animate dai sacerdoti con le rispettive comunità parrocchiali. Un vero cammino sinodale che ha coinvolto l’intera arcidiocesi, culminato la sera del 4 giugno in una solenne veglia di preghiera, guidata dal rettore del Seminario, momento spirituale di grande intensità in attesa della festa.
Un evento ricco di significati
La giornata del 5 giugno è stata particolarmente densa di significato. Alla celebrazione eucaristica, cuore della festa, si sono uniti altri due eventi di grande rilievo: il quarto anniversario di ordinazione episcopale di monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova, e il conferimento del ministero dell’accolitato al seminarista Francesco Vadalà, tappa importante nel suo cammino verso il sacerdozio.
All'inizio della liturgia, il rettore del Seminario ha rivolto un saluto di accoglienza al Vescovo, al clero e al popolo di Dio, sottolineando il valore di questo anniversario come memoria viva di una scelta di fede e di amore. I seminaristi dell’epoca, infatti, con sacrificio personale, donarono quanto di più personale per realizzare la corona che oggi vediamo splendere nell'icona della Madre del Fiat, come segno di devozione e affidamento.
Nel suo intervento, il rettore ha voluto ricordare gli arcivescovi che negli anni si sono impegnati per la riapertura e la valorizzazione del Seminario: monsignor Vittorio Mondello, monsignor Giuseppe Morosini, monsignor Salvatore Nunnari e monsignor Santo Marcianò, quest’ultimo anche rettore al tempo dell’incoronazione. Un pensiero grato è stato rivolto anche ai rettori che nel tempo si sono succeduti, a servizio delle vocazioni e della formazione presbiterale.
L’omelia di monsignor Morrone: «Il Signore scommette su di noi»
Nell’omelia, monsignor Morrone ha condiviso con l’assemblea parole di profonda gratitudine per i quattro anni di ministero episcopale, riconoscendo come: «il Signore scommette sulle nostre persone», nonostante le fragilità. Ha poi riflettuto sul ruolo fondamentale del Seminario oggi, in un tempo segnato da trasformazioni ecclesiali e culturali: «Il seminario sono le persone, non gli edifici», ha affermato, sottolineando come la vera formazione passi attraverso relazioni autentiche, testimonianze vissute e una comunità che accompagna.
Il seminarista Fancesco Vadalà riceve il ministero dell'accolitato
Con affetto particolare, il presule si è rivolto al seminarista Francesco Vadalà, invitandolo a vivere il ministero dell’accolitato con spirito di servizio e attenzione alla comunione ecclesiale, ricordando che ogni tappa nel cammino vocazionale è una grazia e una responsabilità verso il popolo di Dio.
Atto di affidamento alla Madre del Fiat
La celebrazione si è conclusa con la recita dell’atto di affidamento alla Madre del Fiat, rinnovando l’impegno a pregare incessantemente per il dono di sante e numerose vocazioni al presbiterato. In un tempo che interpella la Chiesa a nuovi slanci di fede e di testimonianza, questa festa ha rappresentato un momento di profonda unità, di memoria e di rilancio missionario.
Nel cuore della diocesi, la Madre del Fiat continua a vegliare, a ispirare e ad accompagnare il cammino di tanti giovani che, come ieri, anche oggi scelgono di dire il loro “sì” al Signore
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