
Bergamotto, il presidente del Consorzio Pizzi: «Tesoro da difendere, Reggio Calabria profuma il mondo»
Il presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, Ezio Pizzi, ripercorre i
Il centenario dell’ordinazione presbiterale di monsignor Giovanni Ferro è l’occasione per ricordare una figura luminosa del Novecento ecclesiale italiano, e soprattutto reggino. A 100 anni esatti da quel giorno dell’11 aprile 1925, il suo esempio di pastore e uomo di Dio continua a parlare al cuore della comunità.
Nato a Costigliole d'Asti, in Piemonte, il 13 novembre 1901, Giovanni Ferro entra giovanissimo nel seminario dei Padri Somaschi, emettendo i voti religiosi nel 1920. Prosegue gli studi a Torino e a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, dove consegue la laurea in filosofia e in sacra teologia.
Viene ordinato sacerdote l’11 aprile 1925, a soli 24 anni, dal vescovo di Chiavari (Genova), monsignor Amedeo Casabona. Da allora, il suo ministero sacerdotale si dipana tra insegnamento e formazione nei collegi somaschi di Casale Monferrato e Treviso, fino alla nomina a rettore del Collegio “Gallio” di Como, dove si distingue per la sua dedizione durante gli anni bui della seconda guerra mondiale. In quel contesto, salva l’ebreo Roberto Furcht, offrendogli rifugio e rischiando la propria vita. Per questo gesto di straordinario coraggio, il suo nome è oggi tra i Giusti tra le Nazioni a Yad Vashem.
Nel 1950, a 49 anni, viene nominato arcivescovo metropolita di Reggio Calabria e vescovo di Bova. La consacrazione episcopale avviene a Genova il 29 ottobre dello stesso anno, per le mani del cardinale Giuseppe Siri.
PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria – Bova, 74 anni fa la consacrazione episcopale del vescovo Giovanni Ferro
Sebbene non calabrese di nascita, monsignor Ferro si fa calabrese nel cuore, immergendosi totalmente nella realtà locale. Lo dimostrano la sua presenza instancabile in diocesi, anche nei piccoli paesi dell’Aspromonte, e soprattutto l’impegno durante le alluvioni del 1951, quando lancia un accorato appello radiofonico alla nazione per soccorrere le popolazioni colpite.
Pastore umile e vicino alla gente, rinuncia spesso ai privilegi della sua posizione. Durante i moti di Reggio del 1970, si espone personalmente per cercare la pace, guadagnandosi rispetto ma anche critiche. In un momento di alta tensione, non esita a chiamare “fratelli” i membri delle Forze dell’Ordine, gesto che gli costa dure contestazioni pubbliche.
La sua fama di santità era già viva in vita. Il 18 aprile 2008 è stato comunicato il nulla osta della Santa Sede per l’apertura del processo di canonizzazione. Dopo l’inchiesta diocesana conclusa nel 2011, il 5 luglio 2019 papa Francesco ha firmato il decreto sulle virtù eroiche, proclamandolo venerabile.
Monsignor Ferro muore il 18 aprile 1992 a Reggio Calabria. Ma la sua figura continua a ispirare fedeli, sacerdoti e giovani. A 100 anni dalla sua ordinazione, la sua testimonianza resta viva: un pastore buono, vicino al popolo, povero tra i poveri, coraggioso nel Vangelo.
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