Proseguono i lavori per il nuovo Parco urbano di Pentimele
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È una data importante, oggi, per la Chiesa di Reggio Calabria - Bova. Si celebra infatti il 74° anniversario della consacrazione episcopale del Venerabile Servo di Dio, monsignor Giovanni Ferro, guida della diocesi dal 1950 al 1977, ricordato come un pastore amato che ha saputo vivere la carità verso i bisognosi con grande umiltà.
Il 14 settembre del 1950, monsignor Giovanni Ferro veniva nominato arcivescovo di Reggio Calabria e vescovo di Bova da papa Pio XII. Poco più di un mese dopo, l'allora parroco della Chiesa della Maddalena a Genova, veniva consacrato vescovo dal cardinale Giuseppe Siri, allora arcivescovo di Genova, il 29 ottobre 1950.
Poco tempo dopo, il vescovo piemontese partì alla volta della Calabria per fare il suo ingresso nella diocesi reggina il 9 dicembre. Fin dal suo arrivo nell’estremo Sud, monsignor Giovanni Ferro si immedesimò immediatamente nella realtà reggina, cogliendone sia le necessità che le difficoltà, condividendo gioie e dolori del “gregge” affidato alla sua cura pastorale.
Monsignor Ferro visitò tutta l’Arcidiocesi, anche nei paesi più piccoli e disagiati. Fu particolarmente vicino alla popolazione durante le devastanti alluvioni del 1951, lanciando un appello radiofonico a livello nazionale: «una nobile gara di fraterna solidarietà riporti la serenità e la gioia dove la distruzione e la morte hanno seminato tante rovine».
PER APPROFONDIRE: Il lascito d’amore di monsignor Giovanni Ferro
Il suo richiamo venne accolto da papa Pio XII e da altri vescovi, che contribuirono con aiuti concreti. Dal 1967 al 1970, monsignor Ferro svolse anche il ruolo di Amministratore Apostolico di Oppido Mamertina. Durante i tragici eventi della rivolta di Reggio Calabria nel 1970, non abbandonò mai la città, mantenendo una vicinanza costante alla popolazione e ispirando un forte senso di unità e conforto. In quell’anno, il 4 ottobre, oltre diecimila persone si radunarono in Piazza Duomo a Reggio Calabria per esprimergli affetto e solidarietà.
Il 4 giugno 1977, rassegnò le sue dimissioni per raggiunti limiti di età. L’11 agosto 1977 il Consiglio Comunale di Reggio Calabria gli conferì la Cittadinanza onoraria ed il successivo 27 agosto prese commiato dall’Arcidiocesi, ritirandosi presso la Comunità Somasca di Sant’Alessio in Roma. Dietro forte insistenza della comunità diocesana, ritornò a Reggio Calabria l’11 novembre 1978. Gli ultimi anni furono segnati dalla dura prova della malattia che accettò con esemplare spirito di fede. Trascorse questo tempo silenziosamente ed in preghiera. Morì, nella "sua" Reggio Calabria il 18 aprile 1992.
Il Venerabile Servo di Dio, già durante il ministero parrocchiale, si era distinto per la sua carità verso i bisognosi, senza distinzioni di ceto, ideologia politica o confessione religiosa. Di fronte alle difficoltà della Calabria, monsignor Ferro si pose al servizio della Chiesa e della comunità, esercitando il suo ministero in un territorio segnato da povertà e problemi sociali. Si impegnò in prima persona contro la criminalità organizzata e affrontò i moti di Reggio Calabria scegliendo la via del dialogo e della preghiera.
Per i sacerdoti della diocesi, fu sempre un punto di riferimento, un vero "padre", che seguì con attenzione il rinnovamento della vita presbiterale e la formazione della gioventù. Rimase fedele al carisma somasco, mantenendo sempre una profonda attenzione verso i più giovani, e con grande equilibrio affrontò questioni civili ed ecclesiali, trasformando le difficoltà in occasioni di riconciliazione.
In un recente articolo, monsignor Giovanni Latella, vicepostulatore della causa di beatificazione di monsignor Ferro, ha ricordato un passaggio centrale del Testamento spirituale del Venerabile Servo di Dio: «Vi ho amati tutti e continuo ad amarvi senza esclusione alcuna. Ringrazio tutti della grande bontà che, come figli dilettissimi, avete avuto per me, indegno Pastore della Chiesa reggina e bovese. Vi attendo tutti in Paradiso».
Commentando queste parole, monsignor Latella ha sottolineato che questa «paterna assicurazione» continua a rafforzare il legame spirituale con il carisma di santità che traspariva dalla persona di monsignor Ferro: «Ci resta ancora da saldare il debito dovuto: attuare coerentemente quello che ci ha insegnato e testimoniato».
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La Banca d’Italia ha diffuso il rapporto sull’aggiornamento congiunturale dell’economia calabrese.
Monsignor Alberti, vescovo di Oppido-Palmi, ha guidato la riflessione e la preghiera attraverso un percorso che ha affrontato più “tappe”.