Avvenire di Calabria

Dalle bombe ad uno scenario di pace e amore, il racconto dell'accoglienza di un gruppo di bambini fuggiti dalla guerra

Cittadella dell’Immacolata, oasi di pace per i bimbi ucraini

I ragazzi ospiti della Cittadella dallo scorso luglio, da poco hanno ripreso a studiare collegandosi a distanza con i loro insegnanti e compagni

di Redazione Web

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Dagli scenari di guerra alla protezione della Cittadella dell'Immacolata di Bagnara: bambini ucraini in fuga ritrovano la pace nell'estremo lembo dello Stivale e, soprattutto, la gioia di poter giocare nuovamente insieme, senza alcun pericolo.

Lo scorso 6 marzo papa Francesco ammoniva il mondo: «Cari fratelli e sorelle, in Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria».

Quelle parole, le immagini drammatiche di uomini, donne e bambini in fuga, non hanno lasciato indifferenti padre Donato e i Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata di Bagnara, Istituto religioso presente sul territorio della nostra arcidiocesi che ha nel cuore del carisma la “Cittadella”, come realtà e spazio di accoglienza.


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Così un passaggio delle Costituzioni: «L’esperienza della Cittadella dell’Immacolata è il cuore del carisma dell’Istituto. Essa quindi non è solo una forma di apostolato. Essa è il luogo e il modus vivendi all’interno del quale, praticando la vita religiosa, alla scuola di Maria, i Piccoli Fratelli e le Piccole Sorelle irradiano nel mondo l’amore di Dio attraverso l’intercessione, l’accoglienza e la missionarietà».

L'accoglienza dei bambini ucraini alla Cittadella di Bagnara

Era una notte di luglio, quando 16 bambini ucraini, accompagnati da due mamme tutrici, arrivavano alla Cittadella dell’Immacolata di Bagnara. I piccoli, stanchi e impauriti, a dir poco, dopo un viaggio lungo diverse migliaia di chilometri, con negli occhi l’orrore della guerra, sono stati accolti calorosamente dalle Sorelle e dai Fratelli della Comunità.

L’esperienza – realizzatasi anche grazie ad un accordo con enti che collaborano in sinergia con il governo ucraino – ha visto la Cittadella divenire sempre più un’oasi di pace, con giornate scandite da ritmi intensi, in cui si sono susseguiti momenti di gioco e sport, di reciproca conoscenza resa possibile dalla padronanza dell’inglese di alcune Sorelle laureate in lingue straniere, dalla presenza di una giovane originaria della Bielorussia che sta vivendo un’esperienza in Comunità e, dall’immancabile “google traduttore”.

Comunque a prevalere, alla fine, è stato il linguaggio dell’amore. D’altronde san Massimiliano Maria Kolbe, fino alla fine lo ha ripetuto: «Solo l’amore crea!». Importante è stato il contatto con le splendide risorse naturali della nostra Calabria, in particolare, il mare e la montagna. Infatti, se il mare della Costa Viola è stato il luogo dove i piccoli, tutti i pomeriggi, hanno potuto immergersi e divertirsi, anche il verde di Sant’Elia è stato meta di escursioni.

In tutto ciò le Sorelle (tra cui tre psicologhe) e i Fratelli hanno esercitato una straordinaria maternità e paternità, divenuta contagiosa anche per non pochi laici, che hanno voluto offrire il loro supporto con il servizio e la preghiera. Adesso, è giunto il momento della ripartenza, per alcuni di loro che, seppur residenti in territori segnati e distrutti dalle bombe, hanno un piccolo margine di sicurezza che permette ai genitori di poterli riabbracciare.

Un ponte di amore, cultura e pace

Per gli altri invece, ci sarà ancora da attendere. Nel frattempo, hanno iniziato a frequentare la scuola “online” collegandosi dall’attrezzata sala pc della “Cittadella”, creando così un “ponte” tra noi e l’Ucraina. Questa terra è stata ed è segnata dalla presenza di numerosissimi santi. San Massimiliano Maria Kolbe è uno di questi. Particolarmente importante, anzi decisiva nella formazione e nella vita del futuro martire di Auschwitz, è stata la splendida città di Leopoli (quella dello splendido Cristo della Cattedrale armena).


PER APPROFONDIRE: Massimiliano Kolbe, l’eroico frate che sfidò le SS con la preghiera


Basti pensare che nei suoi scritti è citata ben 836 volte. Un’interessante “Dioincidenza” – per dirla con Tonino Bello – che ci incoraggia tutti, in uno stile “sinodale”, a cooperare al fine di costruire la wojtiliana “Civiltà Dall’Ucraina a Bagnara, bambini che giocano dell’amore”.

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