Avvenire di Calabria

Il 21 maggio si celebra la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali: prepariamoci a questo momento con le parole di Papa Francesco

Comunicazioni sociali, l’impegno della Chiesa tra Intelligenza artificiale e fake news

La Chiesa italiana, per bocca del direttore CEI, Vincenzo Corrado, delinea gli scenari di impegno degli operatori della comunicazione cattolici

di Redazione Web

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Il 21 maggio si celebra la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali: prepariamoci a questo momento con le parole di Papa Francesco. La Chiesa italiana, per bocca del direttore CEI, Vincenzo Corrado, delinea gli scenari di impegno degli operatori della comunicazione cattolici.

La Chiesa verso la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali

Il tema per la Giornata mondiale della Comunicazioni sociali di quest'anno si collega idealmente a quello del 2022, “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, e vuole inserirsi in particolare nel cammino che condurrà tutta la Chiesa alla celebrazione del Sinodo di ottobre 2023. «Parlare con il cuore significa “rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente» scrive Papa Francesco.

«Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus» prosegue il pontefice nel suo messaggio.

«Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l’affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l’altro, che favorisca un “disarmo integrale”, che si adoperi a smontare “la psicosi bellica” che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione - chiosa Bergoglio - chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano».


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“Il punto di riferimento deve essere sempre la persona che, nella comunicazione, è coinvolta in modo profondo. Per questo, la sorgente non può che essere il cuore”. Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei e autore, tra gli altri, del volume “Social media: uso o ab-uso. Una comunicazione dal cuore cristiano” (Lev), commenta il Messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che quest’anno si celebra, in molti Paesi, il 21 maggio sul tema “Parlare col cuore. ‘Secondo verità nella carità’ (Ef 4,15)”.


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«Dobbiamo ripartire dalle fondamenta. Ogni azione comunicativa ha in sé una dinamicità propria che si esprime nello spazio e nel tempo, connettendo storie, tessendo trame di comprensione, aumentando conoscenze, rafforzando legami… Il punto di riferimento è sempre la persona che, nella comunicazione, è coinvolta in modo profondo. Per questo, la sorgente non può che essere il cuore. Si comunica in modo pieno solo quando si realizza fino in fondo la donazione di sé nell’amore», aggiunge Corrado.

«Afferma il Papa nel testo: "Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio". Molto bello - chiosa il direttore Cei - il richiamo alla gentilezza e alla profezia: non si tratta di suscitare consenso, ma di dare calore e anima alla comunicazione».

«Quest’anno ricorderemo il 60° del decreto conciliare Inter mirifica, promulgato da Paolo VI il 4 dicembre 1963. L’espressione “Inter Mirifica”, che deriva dalle parole iniziali del documento, esprime anche una collocazione ben precisa: noi con il nostro impegno ci poniamo “tra le meravigliose innovazioni tecniche”. Ma perché esse siano tali, cioè meravigliose, servono il nostro contributo specifico e la nostra testimonianza. Ritornare alle sorgenti, - puntualizza Corrado - alla gioia del Vangelo, può aiutare a progettare il domani».


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Come un sequel, il manifesto per l’animazione della 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali richiama quello dello scorso anno, aggiungendo spunti e nuove provocazioni. Firmato dall’artista contemporaneo Walter Capriotti e composto graficamente da Ottavio Sosio, il disegno rappresenta un mondo in bianco e nero, popolato da persone che si agitano, si perdono nel quotidiano o si isolano, tra le pagine del giornale o negli schermi di smartphone e computer. Senza ascoltare.

«Sembra che l’uomo si sia scordato di avere un cuore che va ascoltato e condiviso», sottolinea Capriotti che, in questo quadro, inserisce un motivo di speranza che diventa impegno, assunzione di responsabilità: «C’è qualcuno che si arrampica lungo le funi di un mondo "mongolfiera", pilotato da cuori e trasportato dal vento dell’amore, qualcuno che ha il coraggio di salire in cima per sedersi sul cuore della propria coscienza e riprendersela. Per ascoltare e parlare con la voce fraterna che solo il cuore possiede».

Promuovendo così quella comunicazione di pace evocata dai cuori rossi posti sull’Ucraina e sulla Russia. «Nella semplicità degli elementi e nella linearità dei tratti, il manifesto è in continuità con il precedente», spiega Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, ricordando che negli ultimi Messaggi per la Giornata papa Francesco ha indicato «il trittico che sta alla base di ogni azione comunicativa: "andare e vedere", "ascoltare", "parlare"».

«I verbi – osserva – disegnano azioni precise che partono dalle pulsazioni del cuore. Non basta mettersi in movimento se non si è disponibili ad ascoltare veramente prima di esprimersi con la parola». Per Corrado, dunque, «la sfida sta nel ripartire dalle fondamenta: dal cuore l’input per il movimento, nel cuore il ritorno per il compimento; la trepidazione per le scelte e i passaggi come sostegno per lo sviluppo».

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