Avvenire di Calabria

Vi raccontiamo l'iniziativa della diocesi veneta che ha creato la prima comunità d'Italia, mettendo in rete ben 256 parrocchie

Comunità energetiche, così la Chiesa partecipa alla cura del Creato: l’esperienza di Treviso

Ci parla di questa esperienza il dottor Sergio Criveller, economo della diocesi trevigiana presidente della Fondazione diocesi Treviso Energy Ets.

di Davide Imeneo

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Nella settimana in cui si è celebrata la Giornata mondiale della terra, vi proponiamo una riflessione sul tema del rispetto e tutela della nostra Casa Comune che parte da un'esperienza nata in ambito comunitario ecclesiastico. C'entra la prima comunità energetica nata in Italia.


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La diocesi di Treviso è stata la prima a sviluppare una comunità energetica in Italia. Sull'ultimo numero di Avvenire di Calabria, in edicola domenica scorsa con il quotidiano della Cei Avvenire, ne abbiamo parlato con uno dei principali protagonisti di questo progetto, il dottor Sergio Criveller, economo della diocesi di Treviso e presidente della Fondazione diocesi Treviso Energy Ets.

Qual è la genesi della comunità energetica rinnovabile diocesana?

Siamo alla Settimana Sociale dei cattolici italiani di Taranto, ottobre 2021, nel documento conclusivo i vescovi italiani invitavano tutte le parrocchie a costituire una comunità energetica rinnovabile.


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La Diocesi di Treviso ha raccolto l’invito ma non ha costituito una comunità per ogni parrocchia ma una grande comunità di comunità, in pratica tante piccole comunità quante sono in diocesi le cabine primarie, perché solo all’interno della cabina primaria si può sviluppare la Comunità energetica.

Quali sono state le maggiori sfide affrontate nel processo di costituzione?

Innanzitutto l’individualizzazione del soggetto giuridico che più rispondesse alla struttura “diocesi”. Il 22 dicembre 2023, a Treviso abbiamo così costituito una fondazione di partecipazione: la Fondazione Diocesi Treviso Energy Ets. Questa fondazione innanzitutto favorirà e aiuterà la partecipazione delle 263 parrocchie al progetto. Le parrocchie potranno partecipare sia come produttori che consumatori. Una comunità poi aperta a tutti, persone, enti pubblici e privati, imprese.

Come è stato coinvolto il territorio e la comunità locale nel progetto?

Bisogna capire che all’interno della comunità non basta solo produrre. Per ottenere il massimo significato di comunità è necessario che all’interno della stessa cabina primaria ci siano molti membri che consumino istantaneamente l’energia immessa in rete. Questi membri consumatori possono essere: famiglie, scuole, negozi, bar, uffici, ecc...


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Ora stiamo cercando anche un punto di riferimento per ogni cabina primaria. Questo diventerà l’ambasciatore di un’idea di condivisione, di solidarietà, di bene comune di buona pratica.

Come vede il futuro delle comunità energetiche rinnovabili in Italia e nel contesto delle comunità diocesane?

La comunità energetica porta in sé vari tanti aspetti e tutti particolarmente significativi. Ambientale: l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici significa produrre energia da fonti sostenibili. Economico: il consumo istantaneo dell’energia all’interno della Cabina primaria significa un incentivo consistente per 20 anni. Sociale: una parte significativa degli incentivi che la Comunità energetica diocesana incasserà saranno destinati al sostegno della fragilità energetica. Partecipazione: per la riuscita del progetto è necessaria la massima partecipazione e coinvolgimento. In ogni cabina primaria l’obiettivo è quello di raggiungere la produzione di 1megawatt.

Come si integra questa iniziativa con gli obiettivi più ampi della diocesi di Treviso in termini di cura del creato e sostenibilità ambientale?

La diocesi di Treviso con la fondazione è diventata promotrice di una comunità energetica rinnovabile aperta a tutte le 263 parrocchie della diocesi, aperta ai Comuni, alle aziende, alle famiglie. Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile, una comunità energetica può diventare uno strumento di creazione di reddito che può sostenere famiglie, parrocchie e comunità locali. La comunità energetica rinnovabile è piena di messaggi positivi.


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Un messaggio che guarda al bene comune che guarda ad una transizione ecologica giusta e socialmente sostenibile. Che guarda con rispetto all’ambiente. Chi sceglie la comunità energetica della diocesi sostiene l’obiettivo preciso: il sostegno a chi non riesce a pagare le bollette. Però per la riuscita del progetto è necessaria la massima partecipazione e coinvolgimento. 

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