Papa Francesco nomina monsignor Alberto Torriani arcivescovo di Crotone – Santa Severina
La comunità accoglie con gioia la nomina del presbitero dell’arcidiocesi di Milano. Succede a monsignor Panzetta.
A Matera la celebrazione finale del Congresso Eucaristico Nazionale. La messa col Papa: «Passiamo dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore». E per l'Italia chiede più nascite. Il presidente della Cei, il cardinale Zuppi: «Preghiamo per il Paese».
"L'Eucaristia è profezia di un mondo nuovo, è la presenza di Gesù che ci chiede di impegnarci perché accada un’effettiva conversione: dall’indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità". Lo ha detto il Papa nell'omelia della messa conclusiva del 27.mo Congresso Eucaristico Nazionale di Matera. Accolto con entusiasmo dalla gente per strada e dai 12.300 fedeli raccolti nello stadio cittadino, il Pontefice ha concelebrato con gli 80 vescovi di tutta Italia, presenti al Congresso e centinaia di sacerdoti. Al termine c'è stato anche un fuoriprogramma. Sulla via del ritorno si è fermato alla "Casa della Fraternità don Giovanni Mele", con la nuova mensa per i poveri nel quartiere Piccianello, che ha benedetto e di fatto inaugurato. Un gesto assolutramente in linea con quanto il Papa ha detto nella sua omelia.
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Commentando il Vangelo del povero Lazzaro e del ricco senza nome, papa Bergoglio ha messo l'accento sulla mancanza di solidarietà del nostro mondo. "E' doloroso vedere che questa parabola è ancora storia dei nostri giorni". Ma "le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti". ha aggiunto. Il Papa ha esortato: "Sogniamo una Chiesa eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza. Una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. Perché non c’è un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti “Lazzaro” che anche oggi ci camminano accanto".
PER APPROFONDIRE: Congresso eucaristico di Matera, le parole dei vescovi Zuppi e Caiazzo
Quindi Francesco ha messo in guardia dagli atteggimenti di chiusura e di egoismo, che sono descritti nella condotta del ricco senza nome. Egli "Solo alla fine della vita, quando il Signore rovescia le sorti, finalmente si accorge di Lazzaro, ma Abramo gli dice: 'Tra noi e voi è stato fissato un grande abisso'. Era stato il ricco a scavare un abisso tra lui e Lazzaro durante la vita terrena e adesso, nella vita eterna, quell’abisso rimane. Perché il nostro futuro eterno - ha sottolineato il Pontefice - dipende da questa vita presente: se scaviamo adesso un abisso con i fratelli, ci 'scaviamo la fossa' per il dopo; se alziamo adesso dei muri contro i fratelli, restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte anche dopo".
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