Avvenire di Calabria

L'omelia dell'arcivescovo di Crotone-Santa Severina

Consacrazione episcopale di Morrone, l’omelia di monsignor Panzetta

di Francesco Chindemi

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Grande partecipazione e tanta emozione nella Chiesa di Maria Madre della Chiesa di Crotone, in occasione della consacrazione episcopale del neo arcivescovo della diocesi di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone. Toccante l'omelia dell'arcivescovo di Crotone - Santa Severina, monsignor Angelo Raffaele Panzetta che nel rivolgersi a monsignor Morrone ha detto: «In questi giorni nella preghiera mi sono tornate in cuore le parole di quando il mio arcivescovo monsignor Santoro quando mi comunicò la notizia che la scelta del Papa era ricaduta su di me come Vescovo di Crotone-Santa Severina, mi ha abbracciato e mi ha detto: “Questo mistero è grande, siamo testimoni di eventi che sono più grandi di noi”. Io penso di poter ripetere qui davanti a te don Fortunato, davanti ai confratelli, a tutto il popolo santo di Dio le stesse parole: Fortunato questo Mistero è grande e più grande di noi. Siamo testimoni di eventi più grandi noi, perché nella fede riconosciamo la densità, teologica e spirituale, di quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi.

Riconosciamo in questo evento il volto della fede molto di più di un semplice cambiamento di vita, un cambio di leadership in una comunità importante, bella, gloriosa e importante come quella di Reggio-Bova. Riconosciamo in questo evento più di una provvista, un intervento di Dio: Dio è intervenuto nella tua vicenda nella nostra vicenda perché nel suo amore fedele, iniziale, egli ha inteso attraverso di te provvedere perché la Chiesa di Reggio-Bova abbia il suo pastore proprio. Siamo di fronte ad un intervento prodigioso di Dio, di sua Misericordia. E la grandezza di questo evento si vede dalle conseguenze che questo evento produce nella tua vita, Fortunato, nella storia della Chiesa che ti ha affidato.

Oggi, attraverso la consacrazione, ricevi la pienezza dell’Ordine sacro. Attraverso la consacrazione diventi ufficialmente riconosciuto come successore degli apostoli, oggi ufficialmente entri nel collegio apostolico, dei vescovi, guidato dal papa.  E a te è affidato insieme con tutti gli altri confratelli dell’episcopato la sollecitudine per tutte le  Chiese. A te è affidato oggi in modo rinnovato il ministero di insegnare, di santificare, di guidare la tua chiesa. Oggi vieni costituito per la Chiesa di Reggio-Bova in Gesù “segno visibile e fondamento" di unità di quella comunità di quella bella sposa che ti è consegnata».

«In virtù della Sacra ordinazione, come vicario di Cristo - ha continuato Panzetta che ha parlato esclusivamente a braccio - eserciterai il ministero pastorale di questa comunità coadiuvato dai presbiteri, dai diaconi e dal Popolo santo di Dio. E ascolterà la tua voce per camminare nelle vie di Dio. Queste conseguenze, sono conseguenze che si vedono ad extra. La vera conseguenze del Mistero che stiamo celebrando è interiore, riguarda il tuo cuore e la tua anima. Sarai immerso nel Mistero pasquale di Gesù per essere costituito a sua immagine pastore della Chiesa».

«L’ordinazione episcopale è un inserimento nel roveto ardente della grazia di Dio, perché sei immerso in modo rinnovato nel mistero pasquale di Gesù» ancora le parole di monsignor Panzetta, il quale nel commentare le letture, ha definito monsignor Morrone come «un seme piantato sulla terra per la fecondità pasquale», e ha aggiunto che «un ministro di Dio è fecondo se disposto a morire a se stesso, a giocare la vita per Cristo».

«Mi piace richiamare - a tal proposito le parole dell'arcivescovo di Crotone- Santa Severina - quello che Paolo dice agli Efesini riferito agli sposi, perché riconosciamo in questo accadimento, un accadimento nunziale: è Gesù Risorto che ti dona alla sua Sposa, alla sua Chiesa come pastore. Una bellezza di quello che sta accadendo si vede non solo dalla bellezza, ma da quello che sta accadendo.  Penso che nella Parola che abbiamo appena ascoltato, venga consegnato a te, ma anche alla tua Chiesa, innanzitutto, uno stile episcopale. Ti venga consegnata una meta, una condizione imprescindibile di fecondità. Nel brano del vangelo che abbiamo ascoltato, c’è un aspetto drammatico della vita di Gesù. L’ultima Pasqua mostra come si sta preparando a questo evento. Egli non considera la sua morte un fallimento, ma un evento glorioso. Il movimento più alto del suo ministero di rivelazione che conduce all’Amore di Dio. Concepisce la sua morte, non come la fine, ma il compimento della sua missione terrena. Questo marcire della morte diventerà fecondità».

Nell'esortare monsignor Fortunato Morrone, Panzetta ha aggiunto: «Lo Spirito Santo sia protagonista del tuo lavoro, aiuta le persone a entrare nella nuova alleanza, ad entrare nella bellezza del Cristianesimo che è una proposta di vita in cui ad accompagnarti è lo Spirito Santo». Per farlo, ancora il presule, «devi mantenere vivo il dono ricevuto con l’ordinazione episcopale. Per essere vescovo che produce fecondità dovrai ossigenare continuamente questo dono: l’ossigeno è l’amore per Gesù e per la Chiesa».

Non manca infine, nelle parole del pastore dell'arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, un richiamo alla paternità di San Giuseppe, «proprio in questo anno particolare che papa Francesco ha voluto fosse dedicato a San Giuseppe». Come Giuseppe di Nazareth, «tu saprai essere padre nella nella tenerezza nell’amore che si fa vicino e concreto e come Gesù ha appreso la tenerezza da San Giuseppe, possa la tua gente imparare da te la tenerezza di Dio. Il vero padre è colui che educa all'autonomia, a diventare adulti».

Infine l'affidamento a Maria Santissima Madre della Chiesa, vergine di Capo Colonna, «perché con il suo aiuto si realizzi quello che ha scritto nel tuo motto episcopale: essere un vescovo felice e proprio perché felice, aiuta il suo popolo a scoprire in Gesù la vera gioia. Questo è l'augurio di cuore che sento di fare a te, figlio e fratello».

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