Avvenire di Calabria

Oggi ricorre un evento importante per la storia della chiesa ed è legata ad una dei testimoni più autorevoli dell'annuncio del Vangelo

Conversione di San Paolo, la Chiesa celebra un’importante ricorrenza

Da persecutore a testimone della Parola, l'apostolo delle genti è il fondatore della diocesi di Reggio Calabria

di Redazione web

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La Chiesa reggina in festa, oggi, per il suo fondatore. Ricorre infatti, il 25 gennaio, «uno dei più gloriosi trionfi della grazia divina»: la conversione di San Paolo. Una festa, quella odierna, che conclude, tra l'altro, anche la Settimana di preghiera per l'unità dei crisitiani.


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Da feroce persecutore, ad autorevole testimone della Parola di Dio. Paolo non ha mai incontrato fisicamente Gesù, ecco perché la sua conversione acquista un valore enorme dal punto di vista della fede. Dimostra che l'amore di Cristo riesce a cambiare il cuore anche di coloro che non credono.

Conversione di San Paolo, il racconto

Gli Atti degli Apostoli descrivono l'episodio della Conversione di San Paolo al capitolo 9: «Mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?". E la voce: "Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare»". Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda».


PER APPROFONDIRE: San Paolo, fondatore della diocesi di Reggio Calabria


«Quella luce - come ci spiega oggi su Avvenire Matteo Liut - lo rese cieco ma la voce che rivolse a lui gli offrì un nuovo punto di vista sulla sua vita: Cristo, che lui perseguitava nei suoi fedeli, lo aveva cercato e gli aveva indicato la strada da seguire. Gli occhi non vedevano più ma il cuore si aprì a una nuova strada e la sua vita non fu più quella di prima, così quando arrivò alla sua meta, l'originaria, Damasco, in realtà egli era un altro uomo». Insomma, il più noto dei persecutori diventò icona dell'annuncio del Vangelo a tutto il mondo.

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