Anche il Welfare calabrese costretto a fermarsi. Nel pomeriggio di ieri è stata diffusauna nota del Settore "Politiche sociali" della Regione Calabria a tutte le organizzazioni del Terzo Settore controfirmata dal direttore generale, Roberto Cosentino.
In particolare, rimangono aperte soltanto le strutture socio-assistenziali residenziali seppure sospendendo le visite di parenti e visitatori. Rimangono immutate le richieste di osservare le precauzioni stabilite dagli ultimi Dpcm. È stato invece sospesa l'attività delle strutture semiresidenziali, i cosiddetti "Centri diurni" che operano con le dipendenze patologiche o con i minori a rischio, fino al 3 aprile. Sull'assistenza domiciliare - che si occupa di gran parte degli anziani chiamati a non muoversi da casa poiché soggetti più a rischio per il possibile contagio da Covid-19 - «sarà cura dei singoli beneficiari e delle loro condizioni socio-ambientali» comprendere «se far accedere o meno gli operatori nelle abitazioni».
Rispetto alla circostanza è intervenuto anche Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana delle Comunità terapeutiche e vicepresidente di CsvNet. «Siamo chiamati ad operare in servizi che non si possono interrompere, non possiamo mandare a casa nessuno. E non sarebbe neanche eticamente corretto. Per questo, - scrive Squillaci rivolgendosi ai lavoratori dei centri residenziali - il nostro lavoro è assimilabile a quello degli operatori sanitari e, per questo, dobbiamo prestare ancora più attenzione delle persone comuni». Poi la conclusione: «È il nostro umore che determina l’umore dei ragazzi. Anche e soprattutto per loro è un momento difficile. Dobbiamo regalare loro la speranza, anche se tutto intorno a voi sembra disperare. Anche questa è responsabilità. Perché ci vorrà tempo, ma ne verremo fuori, tutti insieme. E pregare, se potete, pregate, perché il Signore in questo momento si è caricato sulle spalle il fardello di questa umanità, ed un po’ di compagnia gli farà certamente piacere».