Avvenire di Calabria

Domani l'arcivescovo Morrone presiederà la Santa Messa alle 18.30 prima della processione per le vie del centro cittadino

Corpus Domini, domani messa e processione a Reggio Calabria

In piazza Duomo il presule reggino impartirà la benedizione eucaristica

di Redazione Web

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La Chiesa celebra domani la Solennità del Corpus Domini, ricorrenza liturgica che pone al centro l’Eucarestia. Anche la comunità diocesana di Reggio Calabria – Bova si appresta a vivere questo solenne momento.

I dettagli della celebrazione diocesana della solennità del Corpus Domini sono stati resi noti, nei giorni scorsi, dall’Ufficio liturgico diocesano, diretto da don Nicola Casuscelli.

La Santa Messa si svolgerà alle 18.30 nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria e sarà presieduta dall’arcivescovo di Reggio Calabria - Bova e presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Fortunato Morrone.


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Alla Santa Messa, verso le 19.30, seguirà la Processione col Santissimo Sacramento secondo il seguente percorso: dall’altare al sagrato della Basilica Cattedrale, poi si proseguirà su via Tommaso Campanella, via Cattolica dei Greci, corso Giuseppe Garibaldi per giungere, infine, in piazza Duomo.

Qui sosteranno i fedeli in adorazione mentre l’arcivescovo con il clero raggiungerà il Sagrato del Duomo, dove darà la benedizione eucaristica.

Corpus domini: origini di una festa molto sentita dal popolo

Il Corpus Domini (Corpo del Signore), è sicuramente una delle solennità più sentite a livello popolare. Vuoi per il suo significato, che richiama la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vuoi per lo stile della celebrazione. Pressoché in tutte le diocesi infatti, si accompagna a processioni, rappresentazione visiva di Gesù che percorre le strade dell’uomo.

La storia delle origini ci porta nel XIII secolo, in Belgio, per la precisione a Liegi. Qui il vescovo assecondò la richiesta di una religiosa che voleva celebrare il Sacramento del corpo e sangue di Cristo al di fuori della Settimana Santa. Più precisamente le radici della festa vanno ricercate nella Gallia belga e nelle rivelazioni della beata Giuliana di Retìne. Quest’ultima, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, nel 1208 ebbe una visione mistica in cui una candida luna si presentava in ombra da un lato.

Un’immagine che rappresentava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del Santissimo Sacramento. Fu così che il direttore spirituale della beata, il canonico Giovanni di Lausanne, supportato dal giudizio positivo di numerosi teologi, presentò al vescovo la richiesta di introdurre una festa in onore del Corpus Domini. Il via libera arrivò nel 1246 con la data della festa fissata per il giovedì dopo l’ottava della Trinità. L’estensione della solennità a tutta la Chiesa però va fatta risalire a papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell’11 agosto 1264.

Nell’estendere la solennità a tutta la Chiesa cattolica, il Papa scelse come collocazione il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Urbano IV incaricò il teologo domenicano Tommaso d’Aquino di comporre l’officio della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini.


PER APPROFONDIRE: Reggio-Bova, il Consiglio pastorale: «Morrone, pastore della radicale semplicità»


L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il Pange lingua scritto e pensato da Tommaso d’Aquino. In numerosi Paesi, tra cui dal 1977 l’Italia, la celebrazione è stata tuttavia spostata alla domenica successiva. In molte Chiese locali però, tra cui Milano, anche alla luce della recente riforma del calendario ambrosiano, la data è rimasta il giovedì.

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