Avvenire di Calabria

La Calabria celebra il letterato, scrittore e giornalista in occasione del 130° anniversario della nascita

Corrado Alvaro, 130 anni fa la nascita: parte da Reggio Calabria l’Anno Alvariano

Presentati a Palazzo Campanella il nuovo romanzo Alvaro. Più di una vita e l’Almanacco alvariano.

di Redazione Web

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La Calabria ha ufficialmente dato avvio all’Anno Alvariano, in occasione del 130° anniversario della nascita del grande scrittore di San Luca. Una giornata intensa, articolata tra cultura, memoria e partecipazione popolare, che ha unito Reggio Calabria e l’Aspromonte sotto il segno di Corrado Alvaro.

Un tributo alla grandezza letteraria e morale di Corrado Alvaro

Martedì 15 aprile 2025, nella Sala Federica Monteleone di Palazzo Campanella, è stato inaugurato ufficialmente l’Anno Alvariano, promosso dalla Regione Calabria per ricordare i 130 anni dalla nascita di Corrado Alvaro. Un evento celebrativo fortemente voluto dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e dall’assessore alla Cultura Caterina Capponi, che hanno ricevuto una copia dell’Almanacco alvariano, nuova pubblicazione della Fondazione Alvaro (Città del Sole edizioni).



Al centro dell’incontro, la presentazione del romanzo Alvaro. Più di una vita (Castelvecchi, 2025) di Giusy Staropoli Calafati, con prefazione di Aldo Maria Morace, tra i massimi italianisti del nostro tempo e, anche, il più conosciuto e importante studioso di Alvaro, nonché ex Presidente della Fondazione Alvaro e attuale Presidente dell’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Luigi Pirandello. Morace, presente all'appuntamento, si è soffermato proprio sul rapporto tra Alvaro e Pirandello. Con loro, anche Domenico Nunnari, giornalista e scrittore, e Francesco Mazza, direttore artistico calabrese del Salone del Libro di Torino.

Corrado Alvaro, il calabrese che ha dato voce all’Europa

Durante l’incontro si è riflettuto sull’attualità del pensiero di Alvaro, intellettuale poliedrico: scrittore, giornalista, antifascista, uomo del Sud e d’Europa che ha saputo coniugare la tradizione dei padri con la modernità. La sua opera più celebre, Gente in Aspromonte, resta emblematica nel narrare con dignità e profondità l’anima calabrese, senza mai rinunciare a una visione ampia e cosmopolita. Oggi più che mai, la Regione intende rilanciare il suo messaggio, convinta che «ogni uomo è responsabile del suo tempo», come scrisse proprio Alvaro.


PER APPROFONDIRE: Fondazione Corrado Alvaro, il sindaco Falcomatà: «Serve un rilancio costruttivo»


Nel pomeriggio, la celebrazione si sposterà a San Luca, luogo natale dello scrittore. Dopo un evento teatrale promosso dalla Fondazione Alvaro nella scuola del paese, la comunità si raccoglierà alle 16.30 nella piazza adiacente la casa-museo (chiusa per via del commissariamento della Fondazione), per un momento di omaggio popolare e letture condivise tratte dalle opere dello scrittore.

A partire dalle ore 18, l’agenzia letteraria Herzog, una fra le più importanti in Italia, metterà in rete, su YouTube, una lunga intervista con Aldo Maria Morace sull’opera alvariana, dal volumetto d’esordio (Polsi nell’arte, nella leggenda, nella storia) ai grandi esiti della maturità (si pensi a L’uomo nel labirinto, 1926, che precede di tre anni Gli indifferenti di Moravia; o a L’uomo è forte, 1938, romanzo distopico che precede di ben dieci anni i temi affrontati da Orwell nel suo famoso 1984).

Chi era Corrado Alvaro

Nato il 15 aprile 1895 a San Luca, primo di sei figli, studiò presso i gesuiti di Frascati e si laureò alla Sapienza. Giornalista e scrittore, fu corrispondente da Parigi e Berlino, firmatario del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce, amico di Margherita Sarfatti, ma sempre libero nel pensiero.



Il suo esilio volontario, la produzione tra La Stampa, Il Mondo, Omnibus e Il Popolo di Roma, le opere narrative e i viaggi in Turchia e Russia, fanno di lui un autore cardine del XX secolo. Morì l’11 giugno 1956 a Roma, lasciando un’eredità culturale ancora oggi viva e necessaria.

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